REDAZIONE FIRENZE

Tirinnanzi oltre Rosai Tante vite, infine una

In Palazzo Strozzi Sacrati la mostra dedicata al pittore a 20 anni dalla morte: da Greve alle Giubbe Rosse e oltre

Si narra che Ottone Rosai rimase incantato da alcuni disegni realizzati da Nino Tirinnanzi quando aveva appena 11 anni. In seguito Rosai e Tirinnanzi divennero amici, il secondo (anche) allievo prediletto del primo. Anche, ma non solo, perché Tirinnanzi, come ha scritto il critico Giovanni Faccenda, è artista originalissimo, "esclusivo e geniale, al punto da diventare anomalo in qualunque ambito lo si collochi". "Con questa mostra vogliamo rendere omaggio a una dei più grandi artisti del ventesimo secolo". Così il presidente della Regione Eugenio Giani ha inaugurato la mostra dedicata a Nino Tirinnanzi, a cento anni dalla nascita e nel ventesimo anniversario della morte. La mostra “Tante vite e infine una” è ospitata fino al 21 gennaio a Palazzo Strozzi Sacrati. Un folto pubblico ha assistito all’inaugurazione, cui hanno partecipato Giovanni Faccenda, curatore della mostra, Maria Chiara Tirinnanzi, nipote dell’artista, e il sindaco di Greve Paolo Sottani. La parabola di vita di Tirinnanzi è iniziata e si è completata proprio nel Chianti. Nasce a Greve l’11 agosto 1923, studia all’Istituto d’Arte di Firenze fino all’ottobre 1936, quando conosce Rosai del quale diviene subito allievo. Insieme al suo maestro, ancora adolescente, frequenta celebri ritrovi di poeti, scrittori e intellettuali come le Giubbe Rosse e il Caffè Paszkowski, dove conosce Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Mario Luzi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi, Vasco Pratolini, Mario Tobino.

Con la Seconda Guerra Mondiale, viene chiamato alle armi e inviato a Rodi, durante l’occupazione tedesca dell’isola fugge in Turchia, passa in Siria, Libano, Palestina, fermandosi in Egitto fino al rimpatrio nel 1946. Da allora i successi nel campo della pittura e del disegno si susseguono ininterrottamente. Tirinnanzi viene invitato a tutte le più importanti rassegne pubbliche, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, al premio Fiorino di Firenze. Del suo soggiorno romano, fra gli anni Sessanta e i primi Settanta, sono le amicizie con Sandro Penna e Pasolini, Moravia, Elsa Morante e Zeffirelli. Per molte estati, presso la sua residenza al Forte dei Marmi, ha come amico Montale. Muore a Greve in Chianti il 9 dicembre 2002.