Sos sangue, in campo la famiglia dei record

Dopo i tanti appelli a causa delle carenze, il bel gesto di Giuseppe, Ilaria e Loris che insieme contano ben 292 donazioni

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Una bella storia. Ma ancora di più una scelta da cui prendere esempio. L’apprendiamo da Luigi Cardini, colonna dei Fratres – un impegno storico, anche a livello nazionale – che, per sommi capi, l’ha divulgata sui social perché forse è il miglior appello che si possa fare: raccontare gesta nobili che realmente accadono. E accadono qui, anche pochi giorni fa. "Stamani, rispondendo agli inviti a donare, Giuseppe, Ilaria e Loris, si sono recati al Centro trasfusionale di Fucecchio per compiere il loro ormai consueto gesto di generosità – si legge –. Una bella famiglia che complessivamente ha donato ben 292 unità di sangue ed emocomponenti. Giuseppe è vicino alla 250esima donazione".

"In molti dovrebbero seguire questo esempio di solidarietà verso chi ha bisogno del sangue e dei suoi componenti", è l’invito di Cardini. Un appello, quello a cui ha risposto questa famiglia, scattato dopo gli ultimi dati del Centro Regionale Sangue della Toscana nel quale è emerso come sia ancora critica la mancanza di sangue in tutte le strutture sanitarie, a eccezione del gruppo sanguigno AB.

E per far fronte a quest’emergenza l’unica cosa da fare – ed i Fratres lo stanno facendo, insieme a molte altre realtà, utilizzando anche i social – è invitare ancora donatori e donatrici a recarsi sollecitamente a donare il proprio sangue, e molte persone ad avvicinarsi a questo mondo. Solo nuovi donatori possono dare sicurezza di cure ai pazienti ricoverati. Perché "i regali si fanno in occasioni particolari – si legge nel post –: il dono del sangue è di ogni giorno per curare i pazienti degenti in tutte le strutture sanitarie o per urgenze dalle quali può dipendere la vita di tante persone".

Poche settimane prima, nel mese di luglio, anche il gruppo Fratres Empoli si era unito all’appello unanime lanciato dalle associazioni che, sul territorio, si occupano di donazione. L’emergenza – era emerso – si era accesa nel mese di giugno. Da qui la mobilitazione per invitare il maggior numero di persone a donare comunicando la cultura del dono: un lavoro capillare svolto sul territorio da tutte le associazioni che si occupano della donazione di sangue, con l’obiettivo di aiutare le persone a sconfiggere i timori sull’andare a donare in tempo di pandemia. Durante il periodo delle vacanze estive la donazione è importante, più che mai: perché la necessità di sangue non conosce ferie. Così come le malattie e le emergenze non conoscono ferie.

Carlo Baroni

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