EMANUELE BALDI
Cronaca

La nonna della piccola Sofia torna a casa: "Ma non parlo con nessuno"

Tragedia di Reggello, Morena Pancrazzi chiusa nel suo dolore

Il dolore dei genitori di Sofia ai funerali della piccola

Firenze, 13 aprile 2016 - Morena è tornata a casa, a Figline. È qui, in una piccola palazzina dietro il viale della Resistenza, poco distante dal centro storico del paese, che sta cercando di ricominciare con qualcosa che somigli a una vita. Non sarà facile. Neanche un mese fa, in un pomeriggio maledetto, la donna - che soffre di amnesie - si spinse fin nei boschi sopra Cascia di Reggello con Sofia, la nipotina di appena 18 mesi, che aveva portato a fare una passeggiata. Si smarrì. Poi calò la sera, lei cadde, perse i sensi e la bimba precipitò in un canalone, verso l’Erta di Casa Galli, dove passò tutta la notte. I soccorritori la trovarono all’alba, in uno stato di ipotermia. Al Meyer fecero di tutto per salvarla, ma Sofia volò in cielo. Era il 22 marzo scorso. La signora Morena, 63 anni, ferita e stordita, se l’è poi cavata con alcuni giorni in ospedale. Ora è a casa.

"Non m’interessa nulla, non voglio parlare con nessuno" ha detto ieri affacciandosi alla finestra e richiudendola un attimo dopo. Chi la conosce, anche se Morena sembra condurre una vita molto riservata, racconta di una donna profondamente scossa e confusa che sembra non ricordare nulla di quel pomeriggio a Cascia, la piccola frazione reggellese dove il figlio Emanuele Pancrazzi, padre di Sofia, e la moglie Jelena Dilendorfa lavorano in una farmacia. Una specie di black out, un vuoto mentale finito in una realtà da incubo. Racconta don Ottavio Failli, il parroco del paese che ha celebrato i funerali della piccola Sofia: "Ho rivisto la signora Morena in chiesa, alla messa. Quasi ogni giorno invece vedo il marito che viene qui a prendersi cura della casa dei genitori della bimba che qualche giorno dopo il funerale sono andati in Lettonia". "Annaffia i fiori, controlla la cantina che è un po’ umida - racconta Don Failli - Sono bravissime persone, gente serena che è sempre venuta in chiesa". Don Failli ha cercato di dare conforto ai genitori della bambina, li ha spinti a non mollare, a credere ancora nel futuro. 

Il viaggio della giovane coppia verso il Paese d’origine della mamma di Sofia è sembrato a tutti un gesto naturale. Una ricerca fondamentale di raccoglimento e intimità, il desiderio naturale di allontanarsi per qualche tempo, almeno in senso fisico, dai luoghi di una tragedia che vista da fuori sembra talmente grande da non essere concepibile. Torneranno presto comunque a Cascia, quel paese che nei giorni del dramma li ha stretti in un abbraccio bello, spontaneo e fortissimo. In tanti, ogni giorno, chiedono notizie di Emanuele e di sua moglie. "Come stanno? Quando tornano?". E allora cresce la speranza che l’amore di questa piccola comunità forse riuscirà, con il tempo, a dare alla coppia la forza di ricominciare.