Clima impazzito: la siccità fa paura in Toscana, ecco i dati

L'estate scorsa la nostra regione è stata la terza più arida dal 1955, dopo quelle del 1962 e del 2017: tra giugno e agosto in alcune province le precipitazioni hanno segnato un -70%

Siccità

Siccità

Toscana, 28 ottobre 2021 - Il sud affoga, mentre i fiumi del resto d’Italia registrano un calo dei loro livelli. È una sorta di “paradossale legge del contrappasso meteo” quella che emerge dal report settimanale dell'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche.

In attesa della nuova ondata di maltempo, annunciata sull'Italia meridionale, va registrato che sulla Sicilia, in 3 giorni, si è già rovesciato circa un terzo dei 700 millimetri di pioggia che mediamente cadono in un anno sull'isola.

“L’uragano mediterraneo è un ulteriore segnale di aggravamento della crisi climatica in atto ed evidenzia sempre più l'inadeguatezza complessiva del nostro sistema di difesa del suolo”, dice Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. "E' un'emergenza cui, nell'immediato, possiamo rispondere solo con una campagna di prevenzione civile, con l’obiettivo di migliorare la capacità di resilienza delle comunità”, aggiunge.

Se il sud piange, certamente non c’è da stare allegri neanche nelle altre regioni.

Anche i fiumi toscani si mantengono sotto la media mensile con un'impercettibile ripresa del solo fiume Ombrone. L'estate scorsa in Toscana è stata la terza più siccitosa dal 1955, dopo quelle del 1962 e del 2017: tra giugno ed agosto nelle province di Massa Carrara, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno il deficit è stato anche del 70%. A settembre la siccità è proseguita, arrivando a toccare -90% di pioggia nel sud della regione, come fa sapere il Consorzio Lamma. E le temperature estive hanno registrato +1,8 % rispetto alla media 1971-2000.

Soffrono anche i grandi laghi (ad eccezione dell'Iseo), ma anche la Dora Baltea in Val d'Aosta, i fiumi piemontesi (Stura di Demonte, Pesio e Tanaro addirittura più che dimezzati rispetto all'anno scorso) e veneti (largamente inferiori al 2020), nonché  l'Adda in Lombardia. Non va meglio per il  Po, che scende al di sotto dei livelli dello scorso anno, praticamente dimezzati rispetto alla media storica.

Analoga è la condizione fluviale in Emilia Romagna, dove il Reno resta in 'asciutta' e Trebbia, Enza, Secchia registrano minimi incrementi di portata. Diversa è la situazione nelle Marche dove, dopo mesi di crisi, i fiumi sono in leggera ripresa, così come i volumi d'invaso nei bacini artificiali, dove però resta amplissimo il gap con i dati delle annualità precedenti.

Nel Lazio sono stabili i flussi del fiume Liri-Garigliano, mentre è in lieve incremento il Sacco, restando comunque al di sotto dei livelli degli anni precedenti. In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Garigliano e Volturno risultano in crescita, mentre il Sele è in calo. I volumi del lago di Conza della Campania scendono sotto i valori di un anno fa, ma rallenta la discesa dei livelli nei bacini del Cilento. In Basilicata, pur a stagione irrigua perlopiù conclusa, le disponibilità idriche negli invasi calano di ulteriori 2 milioni di metri cubi, mentre il decremento in Puglia sfiora i 3 milioni. 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro