MANUELA PLASTINA
Cronaca

'Serve una rete per i ragazzi'. Anche il Meyer scende in campo

"Aumentate le richieste di aiuto per disordini mentali" dice il direttore Zanobini. L’ospedale pediatrico schiera un servizio psicologico interno. Dati preoccupanti

Cresce l’allarme per il disagio giovanile

Cresce l’allarme per il disagio giovanile

Firenze, 3 aprile 2021 - Supportare i ragazzi a livello mentale per aiutarli anche fisicamente. A un anno dall’inizio della pandemia, il Meyer mette a punto un servizio psicologico interno a supporto di tutte le altre specialità. "Il benessere mentale dei giovani si riflette anche sulla loro salute – sottolinea Alberto Zanobini, direttore generale dell’ospedale pediatrico fiorentino –. Lo sappiamo bene e lo stiamo vedendo in questi mesi in cui, a fronte di minori accessi al pronto soccorso, sono aumentate le richieste di aiuto per disordini mentali".

Il direttore del Meyer ricorda che si tratta per lo più di disturbi alimentari, a partire dall’anoressia, ma anche episodi di autolesionismo, pensieri suicidari e, in alcuni casi, tentativi di farla finita. E’ un trend in crescita tra gli adolescenti rilevato fin dal 2013, tra difficoltà economiche, perdite del lavoro dei genitori, disgregazione sociale, ma ha avuto un incremento esponenziale dall’estate scorsa.

I dati sono in linea con gli altri ospedali pediatrici italiani e europei "e sono una preoccupante punta dell’iceberg. Quando arrivano da noi, la situazione è già molto grave: spesso necessitano di lunghe degenze con un impatto su tutto il sistema sanitario". Bisogna comprendere e aiutare i ragazzi prima, sostenendo le famiglie anche a superare quel retaggio culturale che ancora frena il riconoscimento del disturbo mentale.

"Non possiamo ancora una volta rispondere in maniera emergenziale. Dobbiamo lavorare col territorio, col supporto alle famiglie. E mettere i ragazzi al centro delle politiche internazionali soprattutto in questa fase di grandi investimenti sui servizi sanitari pubblici. Come Associazione Ospedali pediatrici italiani, abbiamo stilato un manifesto in cui chiediamo che la parola ’giovani’ sia al centro di tutti i piani di investimento di risorse europee".

La chiusura delle scuole, delle attività sportive, della cultura, della musica, la mancanza di rapporti sociali "ha aumentato la forbice della disuguaglianza, soprattutto laddove ci sono problemi di integrazione sociale e disabilità". Ci vuole un’alleanza tra tutti gli attori del sistema sanitario, come questo Covid ha insegnato. "Con la nostra psicologia ospedaliera – annuncia ancora Zanobini – stiamo strutturando un ambulatorio psicologico interno a supporto dell’ampia gamma di servizi che offriamo".

Se gli specialisti si accorgeranno che un loro giovane paziente oltre al disturbo per il quale si è presentato in ospedale, ha anche un disagio psichico, potranno chiedere l’immediato supporto interno degli psicologi, per contrastare fin da subito queste problematiche. Una rete a supporto del benessere morale del ragazzo per la quale, ricorda Zanobini, l’ospedale è l’extrema ratio: scuola, società, famiglie e territorio devono fare la loro fondamentale parte.

 

 

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