
La protesta dei cittadini cinesi a Sesto Fiorentino (Foto Germogli)
Firenze, 6 luglio 2016 - Sulla rivolta dei cinesi a Sesto Fiorentino, con scontri e lancio di sassi contro le forze dell'ordine (il 29 giugno) è intervenuto il ministro dell'interno Angelino Alfano, rispondendo a un'interrogazione durante un "question time" alla Camera.
«Quanto è accaduto il 29 giugno a Sesto Fiorentino, a seguito di controlli di routine effettuati su un'azienda cinese da parte di personale dell'Asl in collaborazione con gli operatori di polizia, è un qualcosa di violento e di intollerabile, anche perché è stata una reazione alle verifiche in corso che venivano ritenute vessatorie o discriminatorie».
Alfano ha aggiunto nel suo intervento: «La nostra linea è sempre la stessa: il nostro è un Paese e una comunità nazionale accogliente e al tempo stesso severo, perché chi viene nel nostro Paese deve rispettare le regole del nostro Paese; e questo vale per tutti: vale per gli italiani e vale ad ogni modo per chi italiano non è e viene poi a vivere in Italia».
L'intervento delle forze dell'ordine, ha proseguito il ministro, «è stato improntato ad equilibrio e ad un'accorta gestione dei momenti di maggiore tensione: è riuscito a riportare la calma tra i manifestanti, mentre l'attività svolta nelle giornate seguenti dalla questura e prefettura di Firenze, anche in stretto raccordo con le autorità consolari cinesi, è servita a scongiurare che altri episodi di protesta potessero essere inscenati».
Alfano ha poi riferito che c'è grande attenzione sul distretto manifatturiero toscano, oggetto dal 2014 di un piano straordinario triennale di controlli. I controlli, ha osservato, hanno consentito di fare emergere «consistenti sacche di irregolarità nel bacino Firenze-Prato- Pistoia, in cui gli operatori ASL tra settembre 2014 e maggio 2016 hanno sottoposto a verifiche 5mila 823 aziende, il 64% delle quali ha palesato carenze o criticità di vario tipo e gravità. Sui profili di criminalità economica, reinvestimento e riciclaggio - ha aggiunto - le operazioni della Guardia di finanza messe a punto tra il 2014 e quest'anno hanno consentito di far emergere nel solo distretto di Firenze e Prato risorse in nero ed imposte evase per un importo complessivo di 65 milioni di euro».