
di Titti Giuliani Foti
"E’ il capolavoro assoluto di Händel. Una delle cosa delle più belle del baorocco e con una regia splendida. E poi, dai, sì, finalmente si torna in teatro e si fa una musica che ci riconforta dalle noie e dalle preoccupazioni della claura".
Federico Maria Sardelli vulcanico maestro concertatore e direttore, condivide non solo col pensiero l’operato del grande Pier Luigi Pizzi che ne firma regia, scene e costumi. "Rinaldo" di Händel è andato in scena in prima ieri sera – in replica domani e il 10 settembre ore 20; il 13 settembre ore 15,30 – . Con questa opera è stata inaugurata la stagione del Maggio Fiorentino e con un record: essere stato il primo teatro in Italia a riprendere l’attività della stagione operistica in sala dopo il lockdown. E sul palcoscenico niente assembramenti, i cantanti si spostano su carri che favoriscono il distanziamento.
Maestro Sardelli il "Rinaldo" sarebbe dovuto andare in scena tra la fine di marzo.
"Sono solo felice che si possa tornare finalmente a una certa normalità di musica dal vivo, e questa volta con una doppia festa. Sono felice che la messa in scena sia del fantastico e ormai storico allestimento di Pier Luigi Pizzi proprio ora che si celebrano i 90 anni di questo grande regista e scenografo italiano. Amo dirigere il “Rinaldo“, perchè è un’ opera che racchiude alcune tra le pagine più conosciute di Händel come “Cara sposa”, cantata dal protagonista nel primo atto o “Lascia ch’io pianga”, intonata da Almirena nel secondo atto".
Cosa risponde a chi dice che "Rinaldo" sia un po’ faticoso?
"Rido. Perchè è impossibile che lo sia un’opera caratterizzata da continue scansioni di recitativi e arie, tipiche del settecento. Ha anche l’immediatezza di essere stata composta in tempi brevissimi. Tra le curiosità anche quella di essere la prima opera composta da Händel per il pubblico londinese, e il primo melodramma in italiano realizzato per un teatro inglese".
La modernità del Settecento.
"Esattamente: è andato in scena per la prima volta nel 1711 al Queen’s Theatre. E aggiungo che il libretto di Giacomo Rossi, è liberamente tratto da un episodio della “Gerusalemme liberata” del Tasso. Ha tanto appeal per essere un’opera perchè è come tornare ai romanzi storici dei paladini: è la storia di sempre, della nostra vita".
Classici solo da apprezzare?
"Certamente. E soprattutto la musica è già di per sè spettacolare. Händel, che dire di lui? E’ un compositore a colori e puoi dirgli tutto meno che sia monotono. Ed è mio compito dirigere una musica straordinaria che descrive le peripezie affrontate da Rinaldo e Almirena per sconfiggere la malvagità della maga Armida e del re saraceno Argante. E com’è dirigere l’orchestra del Maggio?
"Straordinario. E’ composta di grandi professionisti che ormai mi conoscono e non si scompongono se sanno del campionario di meraviglie barocche che toccherà loro suonare. Un’orchestra con una flessibilità da manuale".