
Alessandro Bugli verrà premiato con il premio Fair Play Menarini “Giovani” l’11 giugno al Coni di Roma. Sbaglò un rigore di proposito perché non c’era
Firenze, 5 giugno 2025 – “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore... non è da questi particolari che si giudica un calciatore”. Lo cantava De Gregori, con la voce di chi crede che l’altruismo e la fantasia valgano più dei risultati. Lo ribadisce il calciatore 17enne Alessandro Bugli, che grazie a un gesto carico di sportività (un errore volontario dagli undici metri) verrà premiato l’11 giugno con il Fair Play Menarini “Giovani” al Coni di Roma.
È lo scorso febbraio quando, nel match tra la Sales di Firenze e il Club Sportivo (campionato provinciale Allievi U17), l’arbitro assegna per errore alla Sales, sotto di un gol, un calcio di rigore al posto di un calcio di punizione. Apriti cielo: le polemiche si accendono, il clima si scalda. L’onere del dischetto tocca a Bugli, che prende la rincorsa e spegne i tumulti calciando il rigore verso la bandierina. Un gesto unico, che mette da parte la competizione in nome della sportività.
Alessandro, il premio Fair Play Menarini: un grande riconoscimento.
“È un onore. Quando il presidente della Sales mi ha detto che saremmo andati a Roma, quasi non ci credevo. Una felicità immensa, che sinceramente non mi sarei mai aspettato. L’ho fatto solo per non mancare di rispetto e smorzare la tensione”.
Ricordi cosa hai pensato esattamente prima di calciare quel rigore?
“Che l’arbitro ce lo aveva regalato... Lo vedevo in difficoltà. La situazione si stava scaldando, non c’era un bel clima. Lì ho iniziato a pensare di metterla fuori. E lo rifarei”.
Qualcuno in campo o in panchina ha suggerito cosa fare?
“No, ho parlato con il capitano e con l’allenatore. Entrambi hanno rimesso la scelta nelle mie mani. La decisione era mia”.
Quanto è stato difficile decidere di tirarlo fuori, sapendo che stavate perdendo?
“Il pareggio dell’andata pesava ancora ed essendo sotto non è stato facile, ma è giusto che la sportività e la voglia di continuare a giocare in un clima sereno abbiano prevalso”.
Hai avuto paura della reazione dei compagni o dell’allenatore?
“Assolutamente no. Ho capito subito di avere l’appoggio di tutti. Pubblico in tribuna e compagni di squadra in panchina”.
Dopo il gesto, come hanno reagito gli avversari?
“Con la massima sportività. Sono venuti tutti a darmi il cinque e a ringraziarmi. Avevo capito di aver fatto un bel gesto, ma non pensavo di fare tanto rumore”.
Nemmeno un minimo ripensamento?
“Non mi sono mai pentito. Dopo pochi minuti ho segnato e abbiamo portato la partita a casa, vincendo due a uno”.
Cosa ha lasciato questa esperienza?
“Mi ha ricordato che tutti possono sbagliare, compresi gli arbitri”.
E dal calcio cosa hai imparato?
“La sportività, lo spirito di squadra, il saper stare insieme. Del calcio amo le emozioni che ti può regalare”.
La squadra del cuore?
“La Fiorentina, ora aspetto di vedere il nuovo allenatore”.
Ti vedi nel calcio in futuro?
“Sono anni che gioco: sono passato dalla Settignanese, dall’Affrico e ora alla Sales. Ho intenzione di continuare. Perlomeno nel mondo dello sport, visto che studio al liceo Dante seguendo un indirizzo sportivo”.