REDAZIONE FIRENZE

Firenze, cinque anni fa la scomparsa di Riccardo Conti. Il ricordo

La lettera di Adamo Azzarello, collaboratore e membro della segreteria quando Conti era assessore regionale

Riccardo Conti quando era assessore regionale ai trasporti

Firenze, 5 settembre 2022 - Domani saranno 5 anni dalla scomparsa di Riccardo Conti, già assessore regionale dal 2000 al 2010, esponente della sinistra fiorentina e toscana, scomparso appunto il 6 settembre 2017. Nell'occasione un suo stretto collaboratore, Adamo Azzarello, ha inviato alla Nazione il ricordo che di seguito pubblichiamo.

"Domani, 6 settembre, ricorre il quinto anniversario della scomparsa di Riccardo Conti, già vice presidente della provincia di Firenze, poi, dal 2000 al 2010, assessore regionale toscano al territorio, alle infrastrutture, alla viabilità e alla casa. Un lustro sembra tanto tempo, ma in realtà sono solo cinque anni, appena una legislatura. Riccardo Conti, Riccardone!, aveva già concluso la sua rilevante esperienza istituzionale un lustro e mezzo prima di lasciarci. Si diceva che c’era bisogno di novità, di rinnovamento quasi a prescindere, e Riccardone, emblema del funzionario politico di più antica memoria, era diventato improvvisamente scomodo. Alla riflessione veniva contrapposta l’azione, la genuinità veniva dileggiata da un eccesso di opportunismo. Il rinnovamento si rivelò presto di stampo gattopardesco, di fatto non avvenne, se non per l’esclusione o l’emarginazione dalla vita politica di una significativa parte del gruppo dirigente che veniva dalla storia comunista, pidiessina, diessina. Non riguardò altri, in modo significativo. La vicenda politica fiorentina e toscana di quegli anni andrebbe riletta con attenzione, senza la ricerca di ragioni di parte, ma per comprendere cosa era accaduto nel tessuto politico e sociale della città e della regione. Di fatto, come aveva auspicato Berlusconi, si stava autolesionisticamente detoscanizzando l’Italia. Poi la Toscana ha retto, malgrado il nuovo contesto generale abbia reso le cose sempre più complicate e malgrado la difficoltà di affermare una politica effettivamente rappresentativa e partecipativa".

"Riccardone in questi anni avrebbe aiutato molto - continua Azzarello -  La sua capacità di tenere insieme le persone, di indicare metodi e soluzioni per i problemi politici generali e contingenti, oltre che formativa e rassicurante era piacevole e divertente: era pura e contagiosa passione. Riccardone era stato un funzionario politico, quindi uno a cui il partito faceva studiare e istruire i problemi. Chi lo conosceva, o lo vedeva all’opera, non si meravigliava delle decine di migliaia di preferenze che otteneva alle elezioni: era sempre presente e si sentiva a pelle che la sua vita era dedicata alla politica, che la sinistra era la sua pelle! La politica in quest’ultimo lustro senza Riccardone è cambiata ancora tanto e per tante compagne e tanti compagni è risultata incomprensibile, svuotata di senso; è apparsa, o in certi casi diventata, un fatto personale; è sembrata subalterna agli interessi di ceti e gruppi portatori di interessi dominanti".

"A Riccardone, studioso poliedrico, piaceva citare Gramsci e negli ultimi tempi andava ripetendo: quando tutto sembra perduto è il momento di ricominciare daccapo; la sinistra deve riconnettersi col tempo, deve studiare i cambiamenti, guidare l’innovazione. Riccardone a Firenze e in Toscana era un crocevia, tutti cercavano un confronto con lui, in particolare i più giovani che si avvicinavano alla politica, o che si dedicavano a studi specialistici, o ad attività significative per il territorio. Era, per citare il suo amato Marc Bloch, come l’orco della fiaba: là dove fiutava interesse politico, là sapeva che c’era la sua preda! Alla sua memoria, a dimostrazione della qualità e dell’importanza della sua attività amministrativa, l’Irpet e la Regione Toscana hanno dedicato una borsa di studio biennale sui temi della rendita e delle relazioni con la crescita economica. La sinistra fiorentina e toscana farebbe bene a riflettere sulla sua attività; sarebbe uno spunto importante per il necessario continuo rinnovamento che la dinamica politica richiede e che può attuare se ancorata a saldi principi".

"Intanto, fortunatamente, alcuni “nipotini”, come amava chiamare le tante ragazze e i tanti ragazzi con cui sapeva mantenere anche rapporti personali, hanno acquisito rilevanti ruoli di governo nelle amministrazioni comunali e in quella regionale. Non tutte e tutti sono rimasti sotto lo stesso tetto. Alcuni hanno anche lasciato una politica in cui non si riconoscevano più. Riccardone a un certo punto uscì dal PD e contribuì a fondare Articolo 1 MDP, ma non smise mai di provare a costruire ponti per mantenere il dialogo col Partito Democratico e altre esperienze che provavano a farsi largo, ben consapevole che le scelte efficaci si possono realizzare insieme, non da soli. La vocazione della sinistra deve essere critica, ma unitaria, non prevaricante. Bisogna lasciare sempre un margine al confronto anche quando le posizioni sembrano irriducibili. Si deve essere forti del proprio coraggio. Si deve partecipare e parteggiare. Grazie Riccardone".