COSIMO BALLINI
Cronaca

Quelli che lasciano il Chianti, destinazione lavoro

Quattro giovani “cervelli“ in fuga: storie di giovani che hanno lasciato la famiglia e gli amici per trovare il successo all’estero

di Cosimo Ballini

Per ogni scelta che si porta avanti c’è sempre un pro e un contro, un guadagno e una rinuncia, specialmente quando le alternative e le decisioni sono complicate da tante variabili in gioco. “Parto o resto?” si chiede il giovane studente e il neolaureato col capo cinto dalla corona di alloro. Tra i pro riflette su quanto sia bello il suo paese: le “città cartolina”, gli scorci di paesaggi che sembrano dipinti, il buon cibo, il calore di una cultura protettiva e includente, visi amici e familiari.

Ma a cosa è disposto a rinunciare se restasse? Chi è più grande di lui gli ha ripetuto che il merito non è tanto valorizzato nel suo paese, il lavoro è sinonimo di precariato, l’indipendenza economica un lusso per pochi, che, in ogni caso, hanno più esperienza di lui.

“E io come inizio?”, pensa. Ha energie da vendere, voglia di mettersi in gioco, desidera ardentemente costruire la propria vita.

Legge una storia, sente una voce, parla con un amico: l’estero promette opportunità, enfatizza il merito e incentiva chi desidera progettare il proprio futuro fin da subito. Certo ci sarà da rimboccarsi le maniche, lavorare sodo e salutare una comunità in cui si è cresciuti. Di seguito vi proponiamo quattro storie da San Casciano in Val di Pesa, di chi ha scelto di partire per l’estero e là restare, ma anche, perché no, di tornare.