Quel Papa dei Medici dipinto da Raffaello

Torna a Firenze l’opera: dopo più di due anni di restauro e la trasferta a Roma per la grande esposizione alle Scuderie del Quirinale

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di Olga Mugnaini

Il “Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi,” torna al suo posto alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Dopo più di due anni di restauri all’Opificio delle Pietre Dure e la trasferta a Roma per l’esposizione alle Scuderie del Quirinale per i 500 anni dalla morte di Raffaello, il capolavoro del genio urbinate, rientra a Firenze da protagonista, con una mostra dal titolo “Raffaello e il ritorno del Papa Medici - Restauri e scoperte”, curata dal soprintendente dell’Opificio, Marco Ciatti, e dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt.

Le scoperte riguardano proprio i restauri. Grazie alle indagine preliminari è stato possibile rintracciare integralmente la ‘trama’ del dipinto disegnata in origine da Raffaello e stabilire che tutta l’opera è integralmente dovuta alla sua mano, eliminando una volta per tutte il dubbio - avanzato da alcuni studiosi - che le figure dei cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi fossero state aggiunte in un momento successivo.

Al termine dell’ esposizione, attualmente nella Sala delle Nicchie (fino al 31 gennaio 2021), il Ritratto di Leone X troverà collocazione nella Sala di Saturno, in compagnia di altri capolavori dell’Urbinate, tra i quali i ritratti di altri due prelati: Papa Giulio II e il Cardinal Bibbiena.

Intanto l’allestimento illustra il complesso restauro e le numerose analisi scientifiche effettuate sul dipinto, ora di nuovo completamente godibile nella lussuosa ricchezza cromatica dei toni rossi e nella straordinaria varietà dei dettagli, che l’hanno reso una delle creazioni più famose di Raffaello Sanzio.

Realizzato dagli specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure, il restauro, iniziato nell’autunno 2017, è intervenuto su numerosi sollevamenti degli strati pittorici originari. Il certosino lavoro effettuato ha restituito al dipinto la sua gamma di sfumature del colore, la perfezione del dettaglio impressa dalla mano di Raffaello agli abiti, alle stoffe ed agli oggetti presenti nell’opera; e ha permesso un recupero della spazialità dell’ambientazione architettonica, prima quasi totalmente appiattita.

Il dipinto di Raffaello giunse a Firenze nel 1518, in tempo per esser messo ‘’sopra la tavola’’ dei festeggiamenti nuziali del nipote di Leone X, Lorenzo de’ Medici, duca di Urbino, con Madeleine de la Tour d’Auvergne. Il Papa domina la scena, è raffigurato di tre quarti con in mano la lente cerchiata d’oro per la sua miopia e una ricchissima Bibbia. "Con questi oggetti meravigliosi - spiega il direttore Schmidt - Raffaello celebra anche il gusto raffinatissimo e la cultura di un membro di casa Medici, un intellettuale degno figlio di Lorenzo il Magnifico".

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