Pistola alla mano: "Voglio i soldi"

Drammatico risveglio per un professionista a cui i ladri hanno portato via contanti, preziosi e armi

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"Mi sono sentito mettere una mano sulla bocca, ho aperto gli occhi e ho visto la pistola: non riuscivo a capire se stessi sognando o fosse tutto vero. Poi mi ha detto ‘voglio soldi e oro’". Carlo Carli Maltinti, stimatissimo professionista con studio di commercialisti associati a Santa Croce sull’Arno, nel Pisano, è ancora sotto choc, dopo gli interminabili minuti di terrore vissuti all’alba, con la mglie Adriana. Tre banditi hanno fatto irruzione nella loro abitazione in via Romana Lucchese, strappando la coppia al sonno, dopo essersi introdotti in casa, facendo un foro su una finestra al pian terreno. Hanno raggiunto il primo piano: lì si trovano cassaforte e armadio blindato delle armi, gli oggetti del desiderio dei malviventi.

"Ero in stanza da solo quando il bandito mi ha svegliato – ricostruisce il 69enne –. Stavo dormendo, mia moglie era nella camera vicina. Erano le 5. Mi ha portato davanti alla cassaforte, intimandomi di aprirla, lo stesso ha fatto con l’armadio blindato dei fucili". I tre, "due con il volto coperto da passamontagna, uno con uno scaldacollo, tutti con i guanti", hanno messo le mani "su una pistola, una cinquantina di munizioni, sul denaro in contanti e sui monili in oro. Non è tanto per il valore economico dei gioielli, il grande dispiacere è dovuto al fatto che tra i preziosi rubati c’erano cari ricordi di mia madre, scomparsa due settimane fa".

Serve un momento per riprendere fiato: forte l’emozione mista a paura ripensando a un’alba che mai il professionista fucecchiese avrebbe pensato di trovarsi a vivere, insieme alla moglie. "Lei non si era nemmeno resa conto della presenza dei banditi. Loro si muovevano senza fare rumore, parlavano piano: il capo, quello armato, a me si è rivolto in italiano corretto anche se l’accento tradiva a mio avviso origini straniere. Fra loro in un’occasione hanno parlato in una lingua che non conosco".

A un certo punto, però, la donna si è alzata. "Ho temuto – ammette Carli Maltinti –. Ma per fortuna i tre non ci hanno fatto del male: l’hanno accompagnata in camera mia, le hanno detto di stare seduta sul letto. Non potevamo che eseguire gli ordini".

L’ultimo, dato dai tre poco prima di lasciare la casa. "Ci hanno detto di restare in camera, di non muoverci per almeno dieci minuti. Abbiamo atteso, poi abbiamo dato l’allarme al 112 e subito sono corso da mio padre: abita nell’appartamento vicino al nostro, è anziano. Avevo paura che i malviventi fossero andati anche da lui, temevo per la sua incolumità. Fortunatamente, non si è accorto di nulla". Un sospiro di sollievo, difficile da trattenere di fronte a un bilancio "che poteva essere assai più grave: potevano farci del male, non voglio neanche pensarci". Samanta Panelli

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