Peep di Cerbaia: nuova sentenza Coop condannate

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar. Il Comune ha diritto a sanzioni per 3,3 milioni

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di Fabrizio Morviducci

Case Peep ‘a peso d’oro’, sanzioni legittime per il Consiglio di Stato. Il secondo grado della giustizia amministrativa chiude anche la vicenda relativa al Peep di Cerbaia con una sentenza pubblicata il 12 gennaio. La sentenza riforma completamente la decisione del Tar della Toscana che a gennaio, accogliendo parte del ricorso delle cooperative che aveva ritenuto prescritta l’azione sanzionatoria del Comune di Scandicci. Il Comune aveva infatti chiesto alle cooperative realizzatrici del Peep di Cerbaia 3,3 milioni di euro a titolo di penali per aver venduto le case a prezzi più cari rispetto alla convenzione che era stata precedentemente stipulata con il Comune. A seguito della sentenza del Tar il Comune aveva poi deciso di presentare appello. E ora è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato il Tar: le sanzioni sono legittime e la cooperativa, nel frattempo in liquidazione coatta amministrativa, sarà costretta a farsi carico anche delle spese legali quantificate in 10mila euro.

La vicenda parte da lontano, nel dicembre 2013, quando con il fronte aperto sul Peep di Badia per lo stesso motivo, il Comune decide di avviare un accertamento anche sulle case realizzate dalle coop nella frazione collinare a cavallo tra Scandicci e San Casciano. Secondo quanto accertato dai tecnici comunali, sia a Badia a Settimo, sia a Cerbaia, le coop hanno venduto gli appartamenti di edilizia convenzionata a prezzi più alti rispetto alle tariffe fissate nell’accordo con il Comune che aveva ceduto il terreno.

Nei fatti questa battaglia di carte bollate ha messo la parola fine su un sistema consolidato che ha visto realizzare tantissime abitazioni in tutta l’area metropolitana fiorentina. Non potendo far fronte alle sanzioni, e bloccate per i progetti successivi, le cooperative sono finite tutte in liquidazione. Vanno avanti i contenziosi davanti al giudice (ordinario o amministrativo), procede il calvario per i soci prestatori delle coop che rischiano di perdere i loro risparmi. Il Consiglio di Stato nella sua decisione, ha seguito la giurisprudenza proprio su un caso analogo, ossia quello che vedeva Scandicci ricorrere sulla vicenda di Badia a Settimo. Anche in quel caso il Comune si era visto confermare la legittimità delle sanzioni (oltre quattro milioni di euro). La vittoria in aula è stata netta. Il vero tema è adesso entrare in possesso di quei denari che sono dei cittadini di Scandicci e che farebbero davvero comodo in questo momento di difficoltà. Il Comune non è creditore privilegiato, quindi nella gerarchia della liquidazione arriverà tra gli ultimi. Col rischio di non trovare più nulla.

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