La Regione batte cassa. Per il bilancio toscano sollievo da 400 milioni

Il payback imposto per legge dallo Stato con soglie stabilite

Medici

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Firenze, 27 dicembre 2022 - ​La Regione ha inviato circa 1.400 lettere alle aziende che producono dispositivi medici. Mentre in Manovra proprio sul filo di lana si apre uno spiraglio di impegno da parte del governo con una prospettiva di ordine del giorno per risolvere la questione aperta in merito al settore dei dispositivi medici che chiedeva lo stop alla norma del payback.

La Toscana dovrebbe poter contare su 395milioni di rimborso dai produttori di dispositivi, dalle mascherine ai guanti ai bisturi, dai letti agli stent, insomma tutto ciò che viene utilizzato in sanità e che non ha bisogno dell’elettricità per funzionare.

Una cifra che se entrerà effettivamente nelle casse regionali consentirà di alleggerire il rosso della sanità toscana. La legge che prevede il payback per i dispositivi medici (alla stressa stregua dei farmaci) è del 2016, ma non era mai stata applicata. Il decreto attuativo è stato fatto nell’agosto scorso per essere poi convertito in legge a settembre. Nella manovra l’attuale governo non ha sospeso il payback pur impegnandosi ad aprire un tavolo in tempi brevi per le difficoltà delle aziende produttrici.

Il payback funziona così: per i dispositivi medici è previsto un tetto di spesa che è una percentuale del fondo sanitario nazionale: al superamento della soglia del 4,4% di quel fondo, le aziende produttrici sono chiamate a rifondere la spesa delle Regioni in modo proporzionale. La quota da rifondere è il 50% rispetto alle vendite oltre lo sfondamento della soglia. La cifra di compartecipazione che le aziende dovranno attribuire alla Toscana nel 2022 è di 395 milioni di euro.

In Italia il conto di tutte le Regioni sale complessivamente a 2 miliardi e 100 milioni di euro. Una cifra consistente perché mentre sui farmaci ogni anno è stato deliberato e pagato il payback, per i dispositivi medici non era mai stato liquidato e quindi, con il decreto che ha valore retroattivo, dovranno essere rimborsati quattro anni, dal 2015 al 2018. Poi arriverà il conto anche per il quadriennio successivo, per un totale che in Toscana ha un valore di 618,5 milioni.

La Toscana è fra le regioni che vantano maggiori crediti nei confronti delle aziende produttrici di dispositivi per due ragioni. Una evidente: ha speso più di altre oltre la soglia. Una meno evidente: che la centralizzazione degli acquisti da parte di Estar rende facilmente tracciabili le spese e quindi la contabilizzazione dei totali.

Ma ora cosa succederà? Le aziende partono con i ricorsi, minacciano di non pagare o di stoppare l’invio di dispositivi medici ai presidi. Per la Toscana, come per le altre Regioni, il contributo del payback è vitale per evitare manovre pericolose alla ricerca di coperture. Ma soprattutto è obbligatorio farvi ricorso, essendo legge dello Stato. In buona sostanza se le Regioni non l’applicassero sarebbero passibili di danno erariale.

Bisognerà vedere cosa accadrà al tavolo di concertazione nazionale con le aziende produttrici: se il governo decidesse di fare retromarcia dovrebbe coprire con fondi straordinari la cifra da ripartire alle Regioni. E la Toscana è fra quelle che più deve avere.

 

 

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