DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Niente Angelus, piazza Santa Croce resta vuota Il Papa non viene più e il cerimoniale salta Confermata la messa all’interno della basilica, ma con numeri diversi. Da definire se ci sarà un inviato vaticano. Il dispiacere dei vescovi

di Duccio Moschella

I vescovi del Mediterraneo continuano i loro lavori convinti che la preghiera abbia un potere disarmante nel senso letterale del termine, ma certo la notizia piovuta all’improvviso nel corso della terza giornata di convegno che Papa Francesco domenica non ci sarà, ha rattristato tutti. Il dolore al ginocchio destro, che va a sommarsi alla sciatalgia di cui il Santo Padre soffre da anni, è molto invasivo. Ma che lo stop a una visita a Firenze arrivi proprio dall’equipe diretta dal professor Roberto Bernabei, medico personale del Papa, geriatra del policlinico Gemelli di origini fiorentine e figlio di Ettore, figura di giornalista cattolico, che aveva un legame speciale con Giorgio La Pira, è letto come un segno dell’amara ironia di cui soltanto la sorte è capace. Più che di consiglio medico si è trattato di un’imposizione, visto che Francesco salterà anche la celebrazione delle Ceneri, mercoledì prossimo. Si aggiunga poi la situazione internazionale resa drammatica dalla guerra in Ucraina, se si vuole trovare un altro motivo alla rinuncia.

In Santa Maria Novella ieri mattina l’atmosfera era piuttosto mesta. Il programma dei lavori va avanti lo stesso, ma non essendo più previsto l’Angelus dal sagrato della Basilica, che rappresentava l’incontro con i fiorentini, viene annullata - ufficializza un comunicato - la presenza dei fedeli in piazza Santa Croce. Gli stessi, fino alla capienza consentita - e tenendo conto dei posti già prenotati -, potranno entrare dentro​.Confermati oggi l’incontro congiunto dei vescovi con i sindaci e la firma della Dichiarazione di Firenze, oltre alla messa di domani alle 10,30 in Santa Croce. Confermata fino a ieri sera la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non mancheranno tuttavia le defezioni fra i 750 invitati all’interno della basilica e fra i 300 concelebranti, previsti inizialmente.

Prima annunciata da Roma e poi smentita la presenza del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a presiedere la celebrazione con a fianco i cardinali Gualtiero Bassetti e Giuseppe Betori, e partecipare agli eventi nell’agenda fiorentina di Francesco, ma in serata non era stato ancora definito se qualcuno dal Vaticano sarebbe poi effettivamente arrivato. Corto circuito che testimonia quanto la rinuncia forzata del Papa si faccia sentire: "Era con lui che volevamo pregare, e pregheremo con lui, sia pure con un contatto del cuore e non con lo sguardo che lo vede fisicamente vicino a noi, ma non è meno vicino a noi con la sua preoccupazione per il Mediterraneo, soprattutto in questo momento di grande crisi - scandisce il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori - Voglio esprimere tutta la vicinanza della Chiesa fiorentina al Santo Padre", aggiungendo che "proprio l’amore, l’attesa che avevamo per averlo tra noi, ci motiva ancor più a fare le cose come se lui fosse qui, perché questo è lo spirito suo, così come l’ha comunicato il nostro presidente. Quindi tutto va avanti: il dialogo tra i vescovi, il dialogo dei vescovi coi sindaci, la preghiera, la celebrazione di domenica prossima".

Dello stesso avviso anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: "Ho ricevuto una telefonata dal Santo Padre nella quale ho colto una doppia sofferenza, non solo il dolore fisico, ma anche il rammarico di non poter essere presente domenica in Palazzo Vecchio e Santa Croce. Capite il mio dispiacere e il rammarico dei 60 vescovi, ma di fronte alla salute c’è poco da fare. Sappiamo quanto tenesse a questo incontro. Sin dall’inizio, abbiamo condiviso con lui questo importante progetto, vescovi e sindaci insieme, verso il quale ha sempre espresso parole di sostegno e di incoraggiamento a proseguire sulla strada tracciata. Il Santo Padre ci accompagna in questo processo di ascolto, di conoscenza reciproca, di spiritualità, di fratellanza e di pace. E noi gli assicuriamo la nostra preghiera per una pronta guarigione. Domenica saremo tutti uniti spiritualmente; pregheremo insieme per la pace, con il nostro pensiero rivolto all’Ucraina".