PIERO CECCATELLI
Cronaca

"Gli alberghi? Chiusi a Natale e ripresa solo nel 2023" / NEWSLETTER

Francesco Bechi, presidente di Federalberghi è ospite di Buongiorno Firenze, la newsletter de La Nazione: "Bloccati proprio mentre stavamo ristrutturando e ammodernando le nostre sedi"

Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze

Firenze, 23 dicembre 2020 - Il testo che segue apre Buongiorno Firenze, la newsletter che La Nazione invia ogni mattina agli iscritti alla sua community di lettori. Quotidianamente, Buongiorno Firenze individua un tema di cronaca e vita cittadina, di cui si parla con un ospite (oggi Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze) e indica le notizie più importanti della  giornata. 

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Mentre i negozi sono scintillanti con le vetrine piene di luci, le porte sbarrate degli alberghi sono l'immagine forse più triste del Natale a Firenze. Alberghi chiusi così, non si vedevano dai tempi dell'alluvione, ci ha confidato un fiorentino più vicino ai cento che ai novant'anni. Gli hotel a Firenze non conoscono ferie, non stanno mai chiusi, neanche a febbraio, il mese di stagione bassa, che più bassa non si può. Alberghi chiusi significa che non ci sono i turisti, che l'economia più visibile e allegra e straripante fino a dar noia di Firenze è bloccata. Che l'intero indotto del turismo è paralizzato. Le hall sigillate sono il simbolo che il motore della città è fermo.  E 'un Natale di lavoro solo per chi ospita personale sanitario e operatori in trasferta della moda, della meccanica o dei servizi.  Gli albergatori sono un termometro della città. Non l'unico ma uno dei più probanti. Se lavorano loro è segno che il meccanismo funziona, anche i ristoranti hanno i clienti, le boutique pure, i musei incassano. Se il turista dorme in città e non va e viene in poche ore, come i crocieristi, significa che tutta la città ne risente in bene. Come sarà il Natale della categoria e soprattutto: quando e come la ripresa? Alla domanda non è interessato solo il loro comparto. Ma tutta Firenze.

 

L'OSPITE

Francesco Bechi ( nella foto premiato da Cristina De Pin), 64 anni, oltre quaranta dei quali trascorsi a lavorare nel settore turismo e ospitalità, è presidente Federalberghi Firenze e vicepresidente di Federalberghi Toscana. Presiede Federturismo il braccio che coordina le attività di Confcommerecio nel settore in ambito regionale. Nel 2019 ha ceduto la gestione dell'hotel Tornabuoni Beacci. Ora gestisce l'hotel Paris e l'Harry's Bar.

Che Natale è, per gli alberghi fiorentini?  "Su 100, 95 sono chiusi e la maggior parte lo resterà fino a marzo. Il 5% aperto ospita personale sanitario o altri lavoratori in trasferta. E una quota apre per vocazione: l'albergatore non chiuderebbe mai". Turisti, neanche l'ombra? "A Natale storicamente non c'è affollamento. Ma da Santo Stefano iniziavamo a riempirci, fino a befana. E subito dopo, Pitti. Ora niente a Natale e Capodanno, Pitti slitta a febbraio".  Come se la passa la categoria? "Dopo ottimi 2018 e 2019 molti hanno acceso mutui per ristrutturare, ammodernare, innovare. Il rischio è che le banche, bilanci 2020 alla mano, ritirino quel credito. I ristori del governo sono pezze calde: abbiamo proposto al governo di stornare il residuo del bonus vacanze, pari a 1,8 miliardi per realizzare un fondo di garanzia degli alberghi. Dobnbiamo poter rientrare dei mutui in venti o trtent'anni. Inoltre, non avendo cassa integrazione, abbiamo attivato durante la pandemia un fondo integrativo salariale. bastare ". Quando si tornerà alla normalità? "Il nostro orizzonte arriva a fine marzo. Il 2021 sarà ancora di grande sofferenza, il 2022 di lenta ripresa: perché riparta il turismo servirà che gli altri settori tornino a livelli accettabili. Se arriveremo a regime, sarà nel 2023. Nel frattempo, la forza lavoro risulterà sovrabbondante rispetto al fabbisogno ". Firenze sarà sempre Firenze. Chiunque vorrà venirci. "Nome, bellezze sono universali. Ma sarà dura tenere in equilibrio le tariffe". A proposito: turismo di massa o turismo selezionato? "Falso problema. E 'questione di organizzazione e di servizi. Parcheggi, collegamenti, indicazioni,. Accoglienza: Se ben organizzati, c'è posto per tutti". Anche negli airbnb? "L'affitto di privati ​​è un settore in cui sono state riscontrate forme di illegalità, evasione. Tutti hanno diritto, ma rispettando le leggi e con leatà nella concorrenza". Con la crisi, i proprietari di case vedono profilarsi potenziali acquirenti che offrono molto meno del valore degli immobili. Succede anche negli hotel? "Bella domanda. Occorre distinguere fra proprietà degli immobili e gestione". Cominciamo dalla proprietà. "Fondi di tutto il mondo sono alla finestra: acquistare un pezzo di Firenze è l'aspirazione generale. L'assalto alle proprietà immobiliari trova gli albergatori molto vulnerabili. Senza veto agli sfratti per morosità, i proprietari ne approfittano per liberare gli immobili e venderli liberi , a prezzo maggiore.  E sulle gestioni? "Firenze ha alberghi piccoli, al riparo degli appetiti delle catene, che necessitano di centinaia di camere, realizzabili ex novo nelle periferie. Sta a chi guida le politiche urbanistiche decidere il futuro della città". Lo scenario è una hotellerie sempre più internazionale. "Firenze è internazionale, è sempre stata crocevia di pensiero, culture religioni. Non disperdiamo il patrimonio di accoglienza, tradizioni e stile, superando il provincialismo. Invece dell'arrivo di catene internazionali, facciamo che a diventare internazionali siano gli albergatori fiorentini".