Natale, buonsenso a tavola Le regole per le feste senza rischi di contagio

Viaggio tra cenone e shopping con i consigli del direttore dell’Igiene dell’Asl "Acquisti nei negozi di vicinato e mascherina per la tombola dai parenti"

di Ilaria Ulivelli

Metti un Natale qualsiasi. Prendi un fiorentino qualunque. E vai a memoria. Il tombolone del pomeriggio del 25? Peggio della Corazzata Potemkin a colazione, una tortura. Il cenone con quell’odiosa sorella della suocera? Meglio due giorni di carcere duro, senz’ora d’aria. E no, non si dica che è un’esagerazione. Sono solo ricordi dell’era pre Covid. Sembra un milione di anni fa o forse due.

O il virus ha fatto il miracolo o aveva ragione Epicuro quando scrisse che "il divieto non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione". Perché mettendoci in mezzo i divieti, attesi con un terrore che nemmeno la volpe con la tagliola, siamo passati dal vituperato Natale coi tuoi, cruccio per milioni di italiani, al Natale coi tuoi più desiderato della storia. Aspettando di leggere il nuovo dpcm come i versetti della Bibbia, proviamo a inoltrarci in un Natale consapevole. Guidati dal direttore direttore di Igiene pubblica dell’Asl Toscana centro, Giorgio Garofalo. Parola d’ordine: buonsenso. "Ripetere gli errori fatti l’estate scorsa sarebbe imperdonabile, con gli ospedali ancora pieni di pazienti e oltre 42mila toscani positivi al Covid", dice il medico. Far ripartire la curva epidemiologica che si sta appena appena raffreddando sarebbe il dono negletto che potremmo ricevere in cambio di comportamenti sconsiderati.

Si parte dallo shopping: il consiglio è comprare nei negozi di vicinato, per dare fiato all’economia locale e per evitare gli assembramenti al chiuso. L’inverno infastidisce il nostro sistema immunitario, lo rende più facilmente aggredibile agli agenti patogeni, come dimostrano le epidemie influenzali che si diffondono e hanno il loro picco sempre nei mesi più freddi. La questione climatica interferisce con le nostre difese ma ci porta anche a frequentare gli ambienti chiusi, per ovvie ragioni. "E sono proprio gli spazi con scarsa circolazione d’aria i luoghi ideali per la trasmissione del virus. Cerchiamo di evitarli", spiega Garofalo. Anche se è più facile a dirsi. Perché le case si riempiranno di parenti, lo sappiamo. "Anche se il governo dovesse indicare un numero massimo di persone che potranno sedersi attorno a un tavolo, quel numero non sarà mai valido universalmente. Perché dipende. Dipende dalle dimensioni della casa e del tavolo", spiega il direttore dell’Igiene pubblica. Ma dipende. Dipende anche dall’età dei commensali, da quanti di loro abbiano eventualmente sviluppato l’immunità recentemente, da che tipo di vita fanno. Anche se non si può mai dire.

Per questo serve il buonsenso. L’attenzione alle regole: dopo il pranzo, dopo il cenone, sarà faticoso, ma sarebbe bene indossare la mascherina. Se si hanno stanze grandi stare a distanza, arieggiare gli ambienti più spesso possibile. Quello che sicuramente sarà bene evitare è riempire la casa di gente, saltare da un pranzo a una cena, frequentare tanta gente.

In questo Natale mancheranno gli abbracci, ma non l’amore. Se "la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha", una delle frasi celebri di Oscar Wilde potrebbe metterci tutti sulla strada giusta. Se invece continueremo a desiderare ostinatamente quel che quest’anno non si può fare possiamo mettere rischio anche il 2021, condannarlo a farci rimpiangere le feste dissennate.Abbiamo voglia di liberarci da quest’incubo che preme sul cuore, cancella i progetti, allontana gli amori, oscura il divertimento. Allora usiamo la fantasia, la creatività. Facciamo lavorare il cervello e mettiamo in azione quella capacità di adattamento che un po’ per obbligo abbiamo dovuto allenare intensivamente. Resilienza. Perché col virus non si bluffa.

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