Moschea Firenze, è il giorno dello sgombero. Ma resta l’ipotesi di un altro rinvio

Giornata ad alta tensione in piazza dei Ciompi: in mattinata arriva l’ufficiale giudiziario con l’ordine di esecuzione. Un’alternativa ancora non c’è

Firenze, 16 dicembre 2022 - Annunci e tensioni. Poliziotti schierati e proteste. Il conto alla rovescia per lo sgombero della moschea di Borgo Allegri sta per terminare, ma le trattative sono in corso, frenetiche, e non si può escludere che anche oggi, alla fine, la comunità islamica ottenga un altro rinvio. Fare previsioni, però, è tutt’altro che facile, visto che la situazione è in continua ebollizione.

Su più tavoli: la proprietà, la Finvi di Prato, rivuole l’immobile ma al tempo stesso ha la necessità di parlare con Palazzo Vecchio anche della sua destinazione d’uso, per un futuro diverso da quello di luogo di culto. A tal proposito, c’è un ricorso pendente al Tar.

La trattativa. E sempre il Comune, è attivo anch’esso nella ricerca di una sistemazione per i fedeli, che oggi, forse addirittura prima dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario, saranno in piazza dei Ciompi per la consueta preghiera del venerdì. Probabilmente in tanti.

L’aspetto dell’ordine pubblico non è secondario. Anzi: forse, a pochi giorni da Natale, in mezzo alle vie dello shopping, in un giorno particolare per chi professa la fede musulmana, tutto si vuole tranne i disordini che un atto “di forza” potrebbe innescare. Ma il prefetto Valerio Valenti, seppur con alcuni “se”, ha posto all’inizio della sua dichiarazione la necessità di far rispettare la legge.

A due passi dalla moschea, poi, all’angolo tra piazza Beccaria e borgo la Croce, si sono dati appuntamento quelli della Lega, unica forza dell’opposizione di centrodestra a schierarsi apertamente per l’intervento, per un presidio "contro le moschee abusive".

L’Islam a Firenze. Ma anche nell’ipotesi di un (ennesimo) rinvio, la questione resta aperta. L’unica soluzione prospettata in concreto ai musulmani è stata quella di Montedomini, immobile ritenuto però inadatto e dunque non preso in considerazione. L’Imam Izzedin Elzir nei giorni scorsi ha preso un caffè anche con il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi, e gli ha ribadito la volontà che la moschea resti nella città di Firenze.

Le ricerche di un edificio con le caratteristiche richieste (600,700 metri quadrati, vicino alla tramvia, urbanisticamente trasformabile) non si sono mai fermate. La comunità musulmana è pronta anche a comprare la sua sede. Ma da ieri, con la denuncia del vicepresidente vicario del consiglio comunale Emanuele Cocollini (ex Lega, ora Centro), le ombre del Qatargate che ha travolto il Parlamento europeo si allungano anche su Firenze: c’è la Qatar Charity che, seguendo un programma di proselitismo in Occidente tramite l’Ucoii, foraggia l’acquisto della moschea? L’Imam ha risposto: "Noi siamo autonomi".

AGGIORNAMENTO - Alle 9 di venerdì mattina si erano già radunati moltissimi fedeli in vista della preghiera di mezzogiorno, senza tuttavia problemi di sorta. 

s.b.

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