Morti sul lavoro Si fa abbastanza per evitarle?

Stefano

Pancari

Mentre il governo armeggia con la calcolatrice per valutare la percentuale giusta di aumento delle sanzioni, continuano a spezzarsi vite durante il lavoro. Tiziana Bruschi è deceduta dopo un mese di agonia. Quel pancale che l’ha schiacciata sarebbe caduto anche se ci fossero state multe più salate. Quel pancale era in bilico per qualche scelta o azione superficiale di qualcuno che l’inchiesta chiarirà. La sicurezza è fatta di scelte e azioni delle persone e ancora non vogliamo capire che è sulla cultura delle persone che bisogna intervenire tempestivamente. Anche quest’anno il numero di morti sul lavoro sarà come un satellite rovente in caduta libera pronto a schiantarsi su quel numero ormai più che noto: circa 1000 morti. Ogni anno oltre 1000 persone perdono la vita e migliaia di altre persone, i loro cari, sono costretti a vivere il lutto di una perdita così improvvisa e violenta. Serve un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli. L’azione coercitiva serve a tamponare un periodo di breve corso, ma sappiamo che le Istituzioni stesse non hanno la forza per dare continuità a quest’azione e i controlli allenteranno la morsa velocemente. Il lavoro che deve essere programmato è sulla cultura a tutti i livelli, dobbiamo dare consapevolezza ad imprenditori, manager e lavoratori di quanto possiamo impattare sulla vita nostra e degli altri talvolta attraverso comportamenti sciocchi e superficiali. Fintantoché penseremo di non essere noi la potenziale causa di questa immane tragedia continueremo a contare morti. Basterebbe porsi la giusta domanda e riflettendo prima di rispondere: oggi ho fatto abbastanza per tutelare la tua vita e quella degli altri?

* Rebel Safety Communicator

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