Molotov in giardino, enigma dna

La prova genetica scagiona i due indagati per gli avvertimenti all’indirizzo di un’imprenditrice di Lastra a Signa

Un’immagine del lanciatore di molotov tratta da un impianto di videosorveglianza

Un’immagine del lanciatore di molotov tratta da un impianto di videosorveglianza

Firenze, 16 maggio 2022 - C’è un dna nei resti dell’ordigno c he qualcuno lanciò contro il villino dell’imprenditrice di Lastra a Signa, Lucia Bencini, fortunatamente senza che questo esplodesse. Ma quella traccia genetica, ricavata in una perizia disposta dal giudice Antonella Zatini, non appartiene a nessuno dei due indagati. S’ingarbuglia, dunque, l’inchiesta della procura di Firenze, che ha l’obiettivo di far luce sui misteriosi tre “avvertimenti“ notturni ricevuti dalla donna e dai suoi famigliari: prima l’auto bruciata nel 2020, poi a gennaio una bomba molotov lanciata di notte oltre il cancello dell’abitazione di Castagnolo, a Lastra a Signa, Poi, ad aprile dello scorso anno, un tubo contenente più di mezzo chilo di polvere pirica piazzato sotto la macchina, che però non scoppiò. Un assist agli inquirenti, che infatti hanno consegnato allo specialista Ugo Ricci quella “bomba“ affinché riuscisse ad estrapolare tracce di chi l’ha lanciata e forse anche confezionata.

Doveva essere un riscontro fondamentale per l’ipotesi accusatoria, secondo cui l’ex socio dell’azienda fondata dal padre della Bencini avrebbe avuto motivi di acredine nei confronti dell’imprenditrice che è anche sorella dell’ex parlamentare dei Cinque Stelle, Alessandra. Sempre secondo questa ricostruzione, il “sospettato“ avrebbe dato incarico a un secondo soggetto di eseguire il “lavoro“. Un’impostazione che la difesa dell’ex socio aveva già contestato, e che ora si scioglie dinanzi alle conclusioni della perizia firmata da Ricci. Il biologo ha estrapolato lo stesso profilo genetico, riconducibile a un unico soggetto maschile, su due punti dell’ordigno recuperato nel giardino di casa Bencini, tra cui la miccia. Ma il raffronto con il dna dei due indagati (acquisito con il loro consenso) ha dato esito negativo: "Entrambi devono essere esclusi quali possibili donatori di quelle tracce", sentenzia Ricci. Non resta che ricominciare tutto da capo. Con un elemento comunque in più in mano agli inquirenti. Ossia la traccia di chi ha tirato la “bomba“ che, sostiene ancora l’esperto, "potra certamente essere utilizzabile per ulteriori confronti con soggetti ritenuti donatori di quelle tracce".

La traccia di dna di "Sconosciuto 1" potrebbe essere associato anche a una figura che venne immortalata dalle telecamere di sicurezza dell’abitazione, la mattina presto del 23 gennaio 2021. Si vede una persona con addosso una tuta ignifuga addosso, con il volto travisato, che accende la bomba molotov e la scaglia oltre il cancello della villetta della Bencini. La stessa mattina dell’esplosione della molotov, esattamente alle 5.02, una macchina è passata davanti alla vila dell’imprenditrice e circa 40 secondi dopo il lancio della bomba incendiaria, è stato registrato il passaggio di una macchina che si allontanava.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro