
di Leonardo Bartoletti
Ben 26 famiglie a rischio. Persone che non hanno, al momento, un’idea chiara del proprio futuro. Anche per questo le nubi che si addensano sui cieli dei lavoratori e delle lavoratrici dell’azienda Moggi Smaltimenti di Pontassieve sono decisamente grigie. Oltre le vicende giudiziarie e l’inchiesta in corso - che farà i suoi passi in base a quanto previsto dalla legge - restano dubbi sul futuro e sulle prospettive di chi, sull’azienda, vive e mantiene le proprie famiglie. "Abbiamo forte preoccupazione per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’azienda Moggi Smaltimenti - dice Gianni Filindassi della Filcams Cgil di Firenze -. Senza voler entrare assolutamente nel merito dell’operato della magistratura, di cui abbiamo profonda stima e fiducia, vorremmo porre l’attenzione sul futuro di queste circa trenta famiglie. Purtroppo la chiusura della fabbrica è stato un fulmine a ciel sereno, che lascia i lavoratori in una profonda incertezza. La speranza, dopo aver parlato con l’amministratore giudiziario, era di veder riaprire in tempi brevi l’azienda in amministrazione controllata. Come Filcams Cgil - prosegue Filindassi - abbiamo subito provveduto a mettere in sicurezza i lavoratori, inviando per tutti una messa a disposizione in modo da rivendicare per questi giorni di luglio il diritto alla retribuzione, in attesa delle ferie di agosto già programmate e della disponibilità come Cgil a firmare, dove possibile, un accordo di cassa integrazione straordinaria, per dare protezione retributiva ai lavoratori in attesa dell’insediamento dell’amministratore giudiziario. Purtroppo - dice ancora il sindacalista - abbiamo ricevuto la notizia che il professionista ha dato le dimissioni dall’incarico e ancora oggi non sappiamo se pubblico ministero e giudice delle indagini preliminari hanno nominato un nuovo amministratore. Questo crea una situazione che lascia i lavoratori nell’incertezza e nella disperazione. Speriamo si possa capire quale futuro si prospetta per i dipendenti, auspicando che al più presto l’azienda venga data in gestione ad un amministratore incaricato dal tribunale". Nel frattempo, per tutelare al meglio i lavoratori in mancanza di un referente del Tribunale con cui avviare il confronto, sarà attivata a breve la richiesta dei sindacatiall’unità di crisi regionale per l’aper tura di un tavolo di crisi istituzionale. Questo nel tentativo di dare prospettive certe alle 26 famiglie dei dipendenti dell’azienda.