Stefano
Grifoni
Meditare deriva dal latino “medeor” che significa curare, medicare ma anche pensare
e riflettere. Meditare è la capacità di concentrarsi su un pensiero, è una medicina dello spirito: facilita la comunicazione tra le aree cerebrali che regolano i nostri stati d’animo. Questa disciplina non si occupa solo di ’benessere psicologico’ ma anche del controllo del dolore, del rallentamento del declino cerebrale e della cura dell’ipertensione. Durante la meditazione si assiste a un incremento di attività dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.
I suoi vantaggi non sono
più in discussione: migliora l’attenzione, le abilità cognitive e la memoria, riduce l’ansia
e i sintomi depressivi. E’ noto l’effetto della meditazione sul dolore rispetto al potere analgesico della morfina: l’intensità del dolore è ridotta del 40% con la mente contro una riduzione del 25% ottenuta con la morfina. La meditazione sembra agire anche sui globuli bianchi, i linfociti T rendendoli più efficaci. Queste cellule sono considerate il cervello del sistema immunitario quando il corpo subisce un attacco infettivo. La meditazione pare essere efficace persino contro il raffreddore e l’influenza. Chi medita ha una riduzione del 40-50% delle giornate lavorative perse per infezioni dell’apparato respiratorio rispetto a chi non medita. La durata della malattia è minore e i sintomi sono più lievi. Meditare è una medicazione contro la superficialità e la banalità, permette di ritrovare i valori morali che pensavamo aver perduto. Diceva padre Pio: chi non medita è come chi non si specchia mai.