Un momento dell'incontro (Giuseppe Cabras / New Press Photo)
Firenze, 22 settembre 2018 - In piedi per tre minuti, con una mano sulla spalla del vicino di poltrona e gli occhi chiusi per «sentire l'energia»: è la performance estemporanea che Marina Abramovic ha realizzato con i 1.500 spettatori di 'Marina Abramovic speaks' al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, incontro con l'artista intervistata da Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi.
«La cosa importante per me - ha detto - non è più fare una performance davanti a voi, ma che il pubblico sia la mia opera, lo strumento per raggiungere un livello diverso di comprensione. Il pubblico è stanco di guardare le cose, vuole avere la sua esperienza di quello che vede». Per Abramovic «non è importante rivolgersi a un pubblico di elite, ma raggiungere più persone. L'arte secondo me deve essere democratica e poter raggiungere tutti, anche le persone che non sono mai state nei musei. Il mio lavoro è profondamente emozionale, non devi esserti documentato prima di vederlo».
«Sono veramente felice perché Marina era felice, il pubblico mi sembra che si sia divertito, è stato veramente un grande pomeriggio». Lo ha affermato Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, parlando coi giornalisti al termine dell'incontro al Teatro del Maggio. Si è trattato di un evento parallelo alla mostra 'The cleaner', ospitata in questi giorni proprio a Palazzo Strozzi. «Volevamo presentare uno dei più iconici personaggi del nostro tempo al nostro pubblico. Un pubblico che, devo dire, è venuto da tutta Italia per questo evento, abbiamo polverizzato in poche ore i biglietti disponibili già mesi e mesi fa. È stata una cosa che un pò ci ha anche sorpreso, se devo essere sincero, però il risultato è stato straordinario».
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