REDAZIONE FIRENZE

Magnificenza dei Medici al Met di New York

Dal 26 giugno debutta la mostra "The Portraits and Politics. 1512-1570": capolavori di Raffaello, Pontormo, Cellini, Bronzino e Tiziano

Il Metropolitan Museum di New York ha finalmente riaperto i battenti dopo le chiusure imposte dalla pandemia e lo ha fatto ieri con un percorso dedicato al Rinascimento italiano. La mostra ’The Medici. Portraits and Politics. 1512-1570’ punta così i riflettori su Firenze e sui rapporti fra arte, mecenatismo, potere e politica. "Firenze sempre più protagonista nel mondo" ha twittato il sindaco Dario Nardella e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi ha aggiunto: "Raffaello, Francesco Salviati, Pontormo, Benvenuto Cellini, il Bronzino sono alcuni dei maestri di cui si possono ora ammirare i capolavori New York".

La mostra si concentra su un periodo chiave (1512-1570). Firenze sotto la guida di Cosimo I passò dalla Repubblica al Ducato e infine al Granducato di Toscana. E’ il periodo In cui la città divenne ’culla del Rinascimento’. Cosimo I credeva nell’arte e si circondava di intellettuali e artisti sostenendone i progetti e Firenze cambiò volto. Al Metropolitan sono esposte 90 opere degli artisti più significativi dell’epoca. Tra i capolavori il ritratto di Cosimo I de’ Medici e due della moglie Eleonora di Toledo di Bronzino che arrivano da Palazzo Reale di Pisa e da Praga; il Ritratto di Bindo Altoviti dipinto su una lastra di marmo, attribuito in mostra a Francesco Salviati e proveniente dalla Collezione Tavitian di New York; del Pontormo, invece, saranno esposti il Doppio ritratto (che arriva dalla Collezione Cini di Venezia) e l’Alabardiere del Getty Museum di Los Angeles; di Raffaello il Ritratto di Lorenzo de’ Medici (da Collezione privata americana), la poetessa Laura Battiferri di Bronzino, che normalmente è collocata a Palazzo Vecchio a Firenze e che è arrivata in America dopo essere stata sottoposta a un lieve restauro. Ma c’è anche il ritratto del giovanissimo Francesco I di Bronzino proveniente dalla Galleria degli Uffizi, il Ritratto di Giovanni delle Bande Nere della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, recentemente attribuito da Alessandro Cecchi a Francesco Salviati, il Busto di Cosimo I in marmo di Benvenuto Cellini proveniente dal Fine art Museum di San Francisco, assieme a vari ritratti dei personaggi della famiglia e della corte medicea.

Oltre ai ritratti sono esposti disegni, medaglie, incisioni, sculture, libri e manoscritti. La mostra è organizzata da Keith Christiansen, presidente del Dipartimento di pittura europea di John Pope-Hennessy, con il curatore ospite Carlo Falciani, professore di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

"L’idea – ha spiegato Falciani – è nata dopo l’acquisto, da parte del Metropolitan, di un dipinto di Salviati. Su quell’opera avevo pubblicato un articolo. Un anno dopo mi è arrivata la proposta di una mostra sulla ritrattistica nell’età di Cosimo I de’ Medici e di come il ritratto fosse una raffigurazione non solo del volto, ma anche dell’identità interiore e dei pensieri che quelle persone hanno affidato alla storia attraverso artisti straordinari".

Nelle varie sezioni del percorso espositivo si possono quindi osservare le mutazioni dello stile e dei contenuti dalla Repubblica fino all’inizio del Granducato, nel 1570. La mostra propone la visione della ritrattistica in tutte le sue sfaccettature, anche perché Cosimo è il primo che intuisce quanto il dominio dei linguaggi, sia figurativi, sia letterari, potesse conferirgli nell’Italia delle corti un peso politico maggiore di quello che avrebbe avuto solo con le armi. Cosimo prende il potere nel 1537 e fino alla sua morte, nel 1574, anche il controllo del potere delle immagini che riguardano la sua corte fa parte del suo modo di governare Firenze.

Paola Fichera