di Stefano Brogioni
FIRENZE
Il primo settembre, la procura di Firenze avrà nuovamente un capo. Filippo Spiezia (nella foto), nominato al fotofinish quale erede di Giuseppe Creazzo da un Csm spaccato a metà, farà ufficialmente il suo arrivo nella stanza all’ottavo piano del palazzo di giustizia di Novoli.
Nei giorni scorsi, Spiezia si è “presentato“ ai colleghi con una mail di saluto. Tra i buoni propositi espressi, quello di tenere compatto in vista di "nuove sfide" un ufficio che negli ultimi tempi è finito spesso sotto attacco della politica a causa di inchieste delicate - da quella sulle stragi del 1992’93, fino alla recentissima Open - e ricucire alcuni strappi del passato, compresi gli effetti che non hanno risparmiato neanche il capoluogo toscano del più grande scandalo che ha colpito la magistratura italiana negli ultimi anni: il caso Palamara.
Ma proprio sulla nomina del nuovo procuratore capo di Firenze aleggia ancora l’ombra della possibilità di un ricorso al Tar, i cui tempi non si sono esauriti. Ne avrebbe facoltà Ettore Squillace Greco, il grande battuto da quella votazione al cardiopalma al plenum: 15 voti a testa per i due candidati, nella riunione dello scorso 5 luglio. Decisivo è stato il voto doppio del vicepresidente, Fabio Pinelli, ma lo sono state anche le astensioni, come quella della primo presidente della Corte di Cassazione (ed ex presidente della corte d’appello di Firenze), Margherita Cassano.
A differenza di Spiezia - che proviene da Eurojust dopo aver lavorato anche alla Direzione Nazionale Antimafia - Squillace Greco ha già svolto la funzione direttiva (è attualmente capo a Livorno) e questo potrebbe avere un peso in un eventuale contenzioso amministrativo. Dettaglio che la corrente di Magistratura Democratica non ha mancato di sottolineare in una nota diffusa a poche ore dalla nomina del successore di Creazzo.
Nelle stesse ore in cui Squillace Greco, 66 anni (sei in più di Spiezia) incassava la nomina all’unanimità da parte della quinta commissione per il ruolo di procuratore generale di Firenze, poltrona forse meno ambita rispetto a quella della ’dirimpettaia’ procura (dove il magistrato ha lavorato anche nelle fila dalla Dda) ma ugualmente prestigiosa, rimasta vacante dopo la partenza di Marcello Viola alla volta di Milano.
Un testa a testa come quello fra Spiezia e Squillace Greco non si è visto spesso. E la politica ci ha messo del suo. Il voto “doppio“ è stato quello del vicepresidente Pinelli, quota Lega. Per Spiezia c’è stato anche il sì del renziano Carbone. E, si sa, Renzi non ha certo in simpatia le “toghe rosse“ che hanno messo sotto inchiesta lui e la sua famiglia.
La stagione targata Spiezia che sta per cominciare - salvo ribaltoni -, dovrà anche contribuire ad abbassare i toni su certe vicende che hanno proiettato l’ufficio giudiziario fiorentino al centro delle polemiche, ma al tempo stesso proseguire i percorsi tracciati.
Esattamente un anno fa ci fu l’addio di Creazzo, oggi alla procura dei minori di Reggio Calabria e partito da Firenze proprio in mezzo al polverone che lo investì dopo la diffusione di alcune conversazioni in chat tra la pm siciliana Alessia Sinatra e Palamara. In quei dialoghi la magistrata raccontava di avances (mai denunciate prima) da parte di Creazzo. Per entrambi c’è stato un processo disciplinare.