L’esperienza Bekaert esempio per il futuro

Siglato ieri un protocollo fra . Comuni del Valdarno, Regione,. sindacati e categorie per avviare. un monitoraggio sul territorio

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L’esperienza Bekaert presa ad esempio per affrontare le eventuali future crisi aziendali in Toscana. Il protocollo "per lo sviluppo e l’occupazione nel Valdarno" firmato da Regione Toscana, Arti, i 14 Comuni del Valdarno fiorentino e aretino e della Valdisieve, i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Confesercenti, Legacoop, Confcooperative e Confindustria e Cna, nasce proprio da lì, per cercare di risolvere le crisi congiuntamente: lo "stile Bekaert" diventa un modello da esportare. "Non celebriamo un risultato – dice Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali –, ma diamo forma a un metodo di lavoro: sta funzionando, anche se rimangono ancora persone da ricollocare e altre non hanno un’occupazione stabile".

La multinazionale belga nel giugno del 2018 aveva deciso di trasferire all’estero la produzione di cordicelle metalliche per gli pneumatici, chiudendo lo stabilimento di Figline e lasciando a casa 318 dipendenti. Il licenziamento ne ha coinvolti 171 dipendenti: 60 di quelli sono stati assunti dalla Laika San Casciano, altri un po’ alla volta sono stati ricollocati dai centri per l’impiego, ma molti sono ancora senza lavoro.

Il protocollo firmato ieri parte dal monitoraggio dell’effettivo fabbisogno dei comparti produttivi. Sarà favorita la partecipazione all’assegnazione di contributi a quegli imprenditori che assumeranno chi ha perso il posto. I Comuni nel tavolo di coordinamento segnaleranno i bisogni occupazionali per le opere finanziate da Pnrr e altri fondi. Il protocollo vuole tenere poi un occhio vigile su tutto il Valdarno per poter captare prima possibile eventuali crisi e anticipare i tempi di intervento. Soddisfatti tutti i firmatari. Per Fabio Franchi (Cisl) "è il cambio di paradigma: passare dalle politiche passive a quelle attive che rioccupano le persone nel mondo del lavoro". Per Triestina Maiolo (Uil) è "l’inizio di un cammino per ridare dignità e certezza, ma contiamo in politiche chiare su strategie occupazionali per rilanciare un territorio penalizzato dalle delocalizzazioni".

Manuela Plastina

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