L’ateneo studia i miasmi di Settimello

Incarico all’università per monitorare la qualità dell’aria e individuare le origini dei cronici cattivi odori.

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Il Comune di Calenzano ha approvato un impegno di spesa di 60mila euro per l’attività che il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze sta effettuando sul territorio calenzanese per valutare pressioni e qualità dell’aria. Intervento annuale che l’ateneo ha iniziato a metà giugno con i campionamenti continuativi, 24 ore su 24 a giorni alterni, e i campionamenti con analisi chimiche di dettaglio per sette giorni nella stagione invernale e altri sette in quella estiva. L’obiettivo della ricerca è preciso: ottenere elementi affidabili e scientificamente rigorosi sui livelli di concentrazione del Pm10 e rilevare le sostanze chimiche presenti nell’aria anche per poter arrivare, indirettamente, all’individuazione dell’origine dei cattivi odori lamentati da anni dai residenti di Settimello (ma negli ultimi tempi anche nel territorio confinante del Neto e di Padule).

Da alcuni mesi, con lo stesso scopo, è attiva la centralina mobile Arpat ma, ancora, nonostante alcune ipotesi in ballo che vedono alcune attività industriali della zona come possibili cause delle emissioni collegate alle maleodoranze, non sono state indicate uno o più fonti del problema. Nel report del giugno scorso, in particolare, Arpat aveva sottolineato che le indagini messe in atto non avrebbero dimostrato "una correlazione univoca e certa tra le problematiche controllate e la ditta controllata", una fonderia al centro delle maggiori segnalazioni da parte dei residenti a Settimello. Le fonti del cattivo odore potrebbero essere più di una e potrebbe esserci anche una componente non prettamente industriale.

Sandra Nistri

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