"E' proibito usare il marchio Lambretta Cafè'

Lo ha stabilito il tribunale delle imprese di Firenze in seguito all'utilizzo del celebre nome dello scooter, da parte di un'imprenditrice, per denominare i suoi bar e creare siti internet

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Firenze, 25 maggio 2018 - Il tribunale delle imprese di Firenze ha emesso una sentenza in cui dichiara nullo il marchio 'Lambretta Cafè' e proibisce l'uso del nome del celebre scooter che Innocenti produsse fino agli anni '70 (la 'lambretta') laddove non vi sia esplicita concessione su licenza da parte della società titolare dello stesso marchio Lambretta. È questo il risultato di una causa promossa da un consorzio di tre società contro un'imprenditrice che aveva registrato il nome Lambretta Cafè alle camere di commercio di Firenze, Siena e Grosseto e, all'estero, al Wipo, per la copertura in Ue e Usa. Nel dettaglio, la sentenza cancella il marchio 'Lambretta cafè' e inibisce l'uso non autorizzato della parola 'lambretta' nei domini internet, a partire da www.lambrettacafe.it, per violazione della privativa industriale.

Le società che hanno sollevato la questione davanti al tribunale di Firenze sono Lambretta srl di Milano - società proprietaria e titolare della gestione del marchio -, e Lambretta Scooter ltd e Fine White Line ltd, società licenziatarie del brand con sedi nel Regno Unito. Esse, consorziatesi nella causa, lamentavano l'uso non autorizzato sul web e anche per l'insegna di un bar in via Monte Labro, a Grosseto, di proprietà della imprenditrice convenuta a giudizio.

Avevano anche chiesto il risarcimento per concorrenza sleale, ma su questo punto il tribunale non ha accolto la domanda. La sentenza verte molto sulla celebrità del nome Lambretta, aspetto tale da procurare vantaggi a chi ne faccia sfruttamento commerciale, anche fuori dalla produzione di motorini. «Il tribunale di Firenze - spiega l'avvocato Niccolò Ferretti dello Studio legale Nunziante Magrone che ha curato la causa per le società attrici - ha espressamente riconosciuto la celebrità dell'originale marchio e la carenza di novità dei segni registrati dalla controparte, replicanti anche il notissimo font delle lettere componenti il segno distintivo. Il tribunale ha quindi inibito l'uso dei marchi dichiarati nulli, fissando una penale» di 100 euro per ogni giorno di utilizzo «in caso di violazione dell'ordine».

 

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