CARLO CASINI
Cronaca

La vita finisce con la notte

La vita finisce con la notte. Nelle ore notturne insonni e immerse nel silenzio, con gli occhi spalancati, abbracciamo il...

La vita finisce con la notte. Nelle ore notturne insonni e immerse nel silenzio, con gli occhi spalancati, abbracciamo il guanciale e ci immergiamo nei pensieri. La notte amplifica i rumori, l’assenza di chi ci manca e scatena forti emozioni. In questi momenti si percepisce meglio il battito cardiaco, il respiro e i brusii dell’impossibile. La coscienza si risveglia, così come i presentimenti, le incomprensioni, i dubbi e i dolori dell’anima.

Ennio Flaiano scriveva : “La notte ha sempre lo stesso problema: è troppo corta per i piaceri e troppo lunga per i pensieri“. I pensieri sono animali notturni. Di giorno si nascondono, ma quando scende la notte, si muovono furtivi, vanno a caccia, ululano e fanno aguzzare la mente senza sapere cosa cercare. Forse inseguono le nostre ragioni sperando che qualcuno ci sussurri che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta, che non abbiamo sbagliato a fare certe scelte e che non ci troviamo a percorrere un vicolo a fondo cieco. Le strade dell’anima sono spesso ingarbugliate e conoscono solo la notte.

Ci sforziamo di riflettere e di capire chi ci può aiutare a trovare una soluzione ai nostri problemi, chi ci accompagni semplicemente nei nostri pensieri. Dopo certe notti si dovrebbe cambiare nome perché non siamo più nemmeno gli stessi. La vita è così un cammino senza certezze che si affida alla speranza. Molte cose che cerchiamo talvolta si realizzano senza che si conosca il perché. Meglio se non si è soli nel buio perché tutti abbiamo bisogno di un abbraccio a cui appoggiarci, di una mano nella quale mettere la nostra per sentirci al sicuro.

Spesso è proprio l’amore che ci aiuta a superare l’oscurità. Il poeta e sceneggiatore francese Jacques Prévert, esponente di spicco della corrente surrealista, scriveva “Tre fiammiferi accesi uno a uno nella notte. Il primo per vedere il tuo viso. Il secondo per vedere i tuoi occhi. L’ultimo per vedere la tua bocca. E la completa oscurità per ricordare tutto questo. Mentre ti stringo fra le braccia“.