REDAZIONE FIRENZE

La testimonianza di L.Z. che ha vissuto il dramma

L.Z. racconta l'esperienza drammatica dell'alluvione a Firenze: il fiume Marina esondato, la casa invasa dall'acqua e dal fango, la disperata lotta per salvare ciò che restava. Grazie all'intervento della protezione civile, la famiglia ha resistito ma i danni sono evidenti ancora oggi.

La testimonianza di L.Z. che ha vissuto il dramma

La testimonianza di L.Z. che ha vissuto il dramma Il 2-3 novembre, il fiume Marina è uscito dagli argini. "Mia nonna vive proprio di fronte al fiume, in un piano basso. Quella sera sono scesa, ho messo il piede nel suo salotto e mi sono trovata in una pozza d’acqua. Vedendo che la porta della cucina chiusa, l’ho aperta e da lì è uscito un fiume di fango. Ho chiamato mia mamma e gli zii, che sono scesi con spugne e asciugamani per aiutare la nonna. Fuori, la pioggia continuava a cadere con violenza e il livello del fiume cresceva. Le fogne non reggevano e l’acqua iniziava a fuoriuscire dai tombini. Nel panico, abbiamo cercato di buttare fuori l’acqua dalla casa con tutto ciò che avevamo a disposizione, ma sembrava inutile. L’acqua aveva invaso ogni angolo: mobili, stanze, ricordi. All’una di notte, eravamo ancora svegli, in attesa della Vab (la protezione civile) perché non potevamo farcela da soli. Alle due, sono arrivati e con una pompa idrovora hanno iniziato a aspirare l’acqua. Siamo andati a letto, ma il rumore della pompa non ci ha fatto dormire. Alle 4 del mattino, quando la Vab se ne è andata, finalmente è calato un po’ di silenzio. Ma la vista al mattino ci ha colpito come un pugno allo stomaco. La nonna aveva tutta la biancheria sporca di fango, il divano era impregnato d’acqua, sembrava irrecuperabile. Il fango era ovunque. Abbiamo lavato il pavimento, i mobili, tutto ciò che potevamo salvare. Ci sono voluti giorni per asciugare tutto. Ancora oggi, i mobili non si chiudono bene, il legno è ingrossato è l’intonaco dei muri si scrosta. Ma siamo sopravvissuti, ed è quello che conta".