BARBARA BERTI
Cronaca

La rivalsa dopo l’incidente: "Il mio dito era in 66 pezzi. Ma oggi vivo di sicurezza"

Alessio Mugnai: "Ho scoperto sulla mia pelle l’importanza delle norme. Ecco come si potrebbe migliorare il benessere e la salute dei lavoratori".

Alessio Mugnai (52 anni) ha perso tre dita in un incidente sul lavoro 25 anni fa; oggi è Rls, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nell’azienda dove lavora

Alessio Mugnai (52 anni) ha perso tre dita in un incidente sul lavoro 25 anni fa; oggi è Rls, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nell’azienda dove lavora

Venticinque anni fa ha perso tre dita della mano destra in un incidente sul lavoro. Oggi è Rls, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, del centro logistico Mef di San Giorgio a Colonica, a Campi Bisenzio. È la storia di Alessio Mugnai, 52 anni, fiorentino, che nonostante l’infortunio ha saputo rialzarsi e inventarsi una nuova vita. Adesso è magazziniere-carrellista. "Guido il muletto per la movimentazione dei materiali, evado gli ordini, organizzo la spedizione e rifornisco il magazzino" racconta con grande energia, dimenticandosi di essere stato assunto come dipendente appartenente alle categorie protette.

"Sono in quest’azienda da quindici anni, negli ultimi dieci sono stato spostato al centro logistico" dice Mugnai che è anche Rsa Filcams dell’azienda. "La sicurezza sul lavoro? Tanti, anzi troppi, pensano che un paio di scarpe antinfortunistiche e al limite anche un paio di guanti siano sufficienti. Ma non è così" dice Mugnai che ha fatto i conti con una fatalità. "All’epoca lavoravo nell’azienda di famiglia, una ditta di argenteria artigianale. Stavo lavorando con la pressa stampatrice quando è accaduto l’infortunio. L’olio della macchina colava leggermente sulla pulsantiera e non mi ero accorto che un pulsante era rimasto sotto pressione perché la parte della plastica era tornata regolarmente al suo posto. Forse per l’usura dovuta all’uso prolungato o forse per il continuo funzionamento, sta di fatto che quando sono andato a togliere l’oggetto stampato la pressa si è sganciata ed è scesa all’improvviso" ricorda Mugnai che in quel momento ha perso l’indice, il medio e l’anulare della mano destra.

"Ho trascorso un anno di convalescenza e durante il quale si sono susseguiti vari interventi. Il primo di ben sette ore: i medici provarono a ricostruirmi l’anulare che era frantumato in 66 pezzi. Sembrava fatta ma in realtà l’osso era andato in cancrena e, così, ho subito una seconda amputazione" racconta. Grazie al sostegno dei familiari e degli amici, l’uomo si è lasciato il brutto episodio alle spalle e piano piano ha ritrovato un impiego. "Non ho mai dato colpe a nessuno. È stato un incidente. Ma la ’disavventura’ mi ha aperto gli occhi facendomi capire che l’incidente, la fatalità, la disattenzione possono capitare a tutti. Occorre sempre stare attenti, lavorare nelle giuste condizioni, rispettare le procedure. Ma non sempre basta" dice ancora Mugnai. "Rispetto a 25 anni fa, oggi la sicurezza sul lavoro è un tema estremamente d’attualità. E sulla carta la materia è ben rappresentata però a terra scende poco" dice il lavoratore spiegando quella che lui chiama ’la solitudine delle Rls’.

"L’Rls è una figura fondamentale per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori in quanto garantisce che le loro esigenze e preoccupazioni siano prese in considerazione e che siano rispettate le norme di sicurezza. I compiti sono tanti e può capitare di avere bisogno di un supporto, un confronto, un consiglio. E non sempre sa a chi rivolgersi" spiega il sindacalista ricordando che tale figura non è presente in tutte le aziende, tanto che esiste il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale che raggruppa più aziende. "Servirebbe un canale diretto tra Rls e istituzioni che si occupano di lavoro: un coordinamento tra Rls provinciali, uno sportello a cui rivolgersi. Perché la prevenzione è fondamentale e, quindi, fondamentale è lo scambio di informazioni" sostiene il lavoratore secondo cui formazione e informazione dovrebbero procedere di pari passo.In base alla sua esperienza, Mugnai consiglia pure un protocollo unico per comunicare i ’Near Miss’, i mancati infortuni, visto che oggi ogni azienda ha la sua procedura per segnalare, registrare e analizzare eventi potenzialmente pericolosi che non hanno causato danni, ma avrebbero potuto farlo. "Tutto questo favorirebbe anche una vigilanza più rigorosa e attenta perché al momento si ha la sensazione che i controlli arrivino sempre dopo, quando ormai l’incidente è accaduto".

Barbara Berti