La rinascita del Maggio. Magnifica esecuzione

Piace il programma con Bruckner, Zemlinsky e la Quarta di Mahler. Applausi travolgenti alla fine per una serata considerata di buon auspicio.

Già più volte il Maggio si era inaugurato con un concerto ma questa 86ª edizione è forse la prima a essere stata aperta dal maestro del coro. A Lorenzo Fratini è infatti toccato il compito di avviare il bel programma ideato da Daniele Gatti per la serata inaugurale con l’antifona “Ecce sacerdos magnus“ per coro, tre tromboni e organo di Bruckner. Omaggio al bicentenario della nascita del musicista, ma anche sigla solenne del festival e perfetto viatico per gli ascolti della serata imperniati su una sofferta ricerca di spiritualità. Un piccolo e potente concentrato dello stile bruckneriano nel quale il Coro del Maggio e gli strumentisti hanno dato prova di mirabile compattezza prima di raggiungere i colleghi nel gigantesco organico schierato per il Salmo 13 di Alexander Zemlinsky, un’altra novità per Firenze. Lo caratterizzano un tormentoso cromatismo e un fasto timbrico in quegli anni già un po’ datati, ma di effetto indiscutibile anche per merito dell’esecuzione smagliante di Gatti con una raffinatezza di colori e uno sbalzo dinamico esemplarmente resi dai complessi fiorentini. L’ottima forma dell’orchestra nella tenuta dell’insieme come nello spicco delle prime parti, a cominciare dal primo violino Salvatore Quaranta, si è confermata poi in una Quarta Sinfonia di Mahler sottoposta da Gatti a un minuzioso cesello dei dettagli in un’estremizzazione di tempi e dinamiche accompagnata da grande intensità ed emozione che ha trovato nel limpido timbro e nel candore espressivo di Sara Blanch, un contributo vocale ideale. Insomma una serata di buon auspicio per il teatro e il suo festival coronata da applausi travolgenti del folto pubblico e delle molte personalità fra le quali il ministro della Cultura Sangiuliano, il sottosegretario Mazzi, il sindaco Nardella, il presidente della Regione Giani, l’arcivescovo Betori e Zubin Mehta nella sala che porta il suo nome.

Giuseppe Rossi

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