
di Iacopo Nathan
FIRENZE
"Arno d’argento, ti specchi sul cemento". Questo è solo uno dei tanti slogan lanciati ieri durante il presidio di Italia Nostra, insieme a tutti i comitati cittadini fiorentini, per protestare contro il Piano operativo Comunale. Si sono riuniti in una ventina, rappresentanti di varie zone e quartieri, ognuno con problemi diversi: dalla tramvia all’inceneritore, dalla cementificazione alla Tav. Fischietti, megafoni e cori, in molti indirizzati verso l’amministrazione e il sindaco Nardella, ai quali i comitati hanno chiesto risposte. Sulla nota, firmata da tutti i comitati, sono due i punti salienti di critica al nuovo Piano operativo Comunale.
"La totale mancanza di coinvolgimento – si legge – partecipazione e discussione della cittadinanza in spregio e violazione della legge regionale sul governo del territorio e la totale mercificazione della città. Nessun reale progetto di città pubblica, solo la ricerca dell’investitore privato per la realizzazione di ogni cosa. Il Comune si sta trasformando in un grande agente immobiliare". I gruppi che fin qui hanno aderito a questa protesta sono Comitato Area Verde San Lorenzo a Greve, Comitato No Tunnel Tav, Comitato Palomar, Comitato Vitabilità Campo Marte, Comitato per la Tutela degli Alberi Sesto F.no, Coordinamento 20 Gennaio, Manoiquandosidorme, Presidio No Inceneritori No Aeroporto, Salva Podere Mattonaia, Salvare San Salvi, San Salvi chi può e AlterPiana Firenze-Prato-Pistoia. "I punti che contestiamo sono principalmente due – spiega Laura Manganaro di Italia Nostra -. Il fatto che è stata sbandierata una grande partecipazione dei cittadini alle decisioni sulla nuova città, dalla tramvia all’aeroporto. La verità è che questa partecipazione non c’è stata affatto, sono stati presentati degli spot senza mai parlare di progetti o ascoltare davvero le voci di dissenso dei residenti delle varie zone".
"E poi – aggiungono – il fatto che nessuna scelta sembra davvero presa per la città, ma solo per una logica di uso degli spazi. Una logica di sfruttamento e di vendita, che una volta finito il centro città si sta spostando all’esterno. Basti guardare cosa succede a Campo di Marte, che nasce come area verde e rischia di diventare solo il contorno di una zona di cemento. Stessa cosa per il trasporto pubblico, pensato senza consultare i cittadini". "Questa è solo la prima di una serie di iniziative che siamo pronti a mettere in piazza – aggiunge Francesca Marrazza, fondatrice del comitato Vitabilità Campo di Marte -. Credo che ogni comitato rappresenti un corto circuito della politica, e a giudicare di quanti ce ne sono, sono stati fatti una serie di errori. Il nostro compito adesso è difendere la città dagli inciampi dell’amministrazione. Vogliamo riunirci come cittadini, non come politici, per mettere luce su tutti i problemi dei vari quartieri che affliggono quotidianamente le vite dei cittadini".
"Siamo felici di essere qui per poterci unire ai tanti altri comitati – conclude Simone Bellucci, del comitato Area Verde S.Lorenzo a Greve -. Nel nostro quartiere, il 4, sono rimasti ormai poco più di 1.5mila metri quadri di area verde, e rischiamo che spariscano anche questi, visto che il Comune vuole cedere una parte alla Curia per costruire una Chiesa".