Un viaggio con il cuore in gola per strappare dall’orrore della guerra la madre e la nonna di 98 anni. "Sono sotto choc, Il mio cuore è straziato e la mia mente si interroga su cosa fare e come aiutare. Ora sto viaggiando verso il confine dell’Ucraina, cercando di aiutare i miei familiari ad attraversarlo e raggiungere un posto sicuro".
Il drammatico sfogo è di un’artista, Kseniya Oudenot, raccolto da un’iniziativa di Florence Biennale che ha deciso di dare l’opportunità agli artisti ucraini presenti nell’ultima edizione della mostra di potersi esprimere in prima persona. "Mia nonna compie 98 anni fra qualche giorno, quindi il loro viaggio è stato davvero difficile ma le persone e le organizzazioni umanitarie le hanno aiutate a farcela". "Credo - ha aggiunto poi - che in tempi così disperati l’intervento sul campo sia quello che conta di più. Ma anche l’arte ha ovviamente la sua importanza, poiché ha il potere di guarire, riflettere e registrare questi eventi affinché le generazioni future possano vedere e imparare dalla nostra esperienza". Un’altra artista, Natalia Marchuk, ha confessato che "questa situazione ha capovolto il mio mondo. Sono piuttosto sopraffatta, contrariata, non riesco a dormire e sono stanca ma cerco di farmi forza e soprattutto sono davvero arrabbiata. Il primo giorno di guerra ho avuto un attacco di panico in piena notte. È stata la prima volta in tutta la mia vita, l’intera nottata mi è sembrata surreale. I miei amici a Kiev mi mandavano messaggi dicendomi che erano stati svegliati dalle bombe".
L’artista Aleksandr Vishnevetskiy ha detto di non "riuscire a credere che le truppe russe siano arrivate con una missione di guerra e stiano distruggendo la città che i loro padri e nonni hanno ricostruito dopo la guerra".