Intrusione di notte Alle 8 tutto finito

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L’allarme all’Itis Meucci è suonato ieri mattina alle 4,30. Era il segnale che qualcuno stava entrando nel plesso, ospita l’Itis, ma anche il Galilei, e che si trova in via del Filarete nella zona di Soffiano. L’allarme era il segnale che alcuni studenti stavano tentando l’occupazione dell’istituto. Avevano forzato una finestra nel seminterrato e da lì, una decina o forse più erano entrati nella scuola per dare il via all’occupazione. L’allarme ha svegliato buona parte dei residenti della zona. Ha continuato a suonare fin quando non sono arrivati docenti e personale ata ed è stato disattivato. Mentre gli occupanti cercavano di tenere il punto, fuori i ragazzi delle quinte spingevano per entrare a fare lezione. "Alla seconda campanella – racconta un’insegnante – quella delle 8,50, era tutto finito. Alcuni ragazzi sono rimasti fuori, gli altri sono entrati e hanno fatto lezione. Resta da capire cosa succederà stamani". Non appena entrati nel plesso, i prof hanno fatto un giro dell’edificio per controllare se tutto fosse a posto, e non sono stati rilevati problemi a parte la finestra del seminterrato dalla quale i ragazzi erano entrati. Secondo quanto appreso, gli studenti si sono dati appuntamento attraverso una messaggistica istantanea; il messaggino è passato di cellulare in cellulare; così chi doveva agire si è dato appuntamento prestissimo ieri mattina per trovare la scuola vuota ed entrare prima dei prof per occupare. Un’iniziativa che sarebbe stata pensata da un comitato spontaneo di studenti e non dai rappresentanti di istituto che non avrebbero aderito.

I motivi della protesta sono diversi: su tutti le carenze della struttura, vecchia di cinquant’anni. Da tempo gli studenti chiedono un intervento alla Città metropolitana. L’occupazione fallita si è trasformata in manifestazione, e domani ci sarà un’assemblea dove gli studenti decideranno se proseguire o meno. C’è un progetto per il nuovo istituto, ma si parla di 2025 come data di realizzazione, e al momento gli studenti sono costretti a convivere con bagni che non vanno, infiltrazioni di acqua piovana e riscaldamento che va a singhiozzo.

Fabrizio Morviducci

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