Insegnanti di sostegno: "Basta precariato"

Specializzandi nel sostegno chiedono assunzioni stabili per garantire continuità agli alunni fragili. Protesta nazionale contro precarietà e proposte legislative critiche.

Chiedono di essere assunti, anche perchè gli alunni più fragili hanno bisogno in modo particolare di punti fermi e non certo di una girandola di insegnanti. Sono gli specializzandi nel sostegno, con un passato di precarietà alle spalle e, ad oggi, anche un futuro. Per questo, ieri hanno organizzato un flash mob davanti al polo UniFi Morgagni. Sono 600 gli specializzandi al nostro Ateneo per insegnare agli studenti con più difficoltà. Nel 2020, ricordano questi giovani, "in piena emergenza Covid era stato fatto un decreto che consentiva le assunzioni dalle graduatorie, e non tramite concorso. La norma è stata rinnovata per tre anni, ma questo no". "Ma noi non vogliamo un’ulteriore proroga, anche se per quanto riguarda il sostegno siamo sempre in piena emergenza, dato che oltre il 60% dei posti è ricoperto da precari - dice Pietro Pasquinucci, 32 anni -. Chiediamo una norma che stabilisca criteri trasparenti per assumere anche da prima fascia. I concorsi attuali sono inefficaci: per la Toscana si parla di appena 40 posti sul sostegno. Una goccia nel mare. Ci vuole dunque un doppio canale: il concorso non basta". Ma c’è di più. "E’ uscito un disegno di legge che peggiora la situazione - accusano i professori -. Afferma infatti che noi precari possiamo avere il rinnovo di anno in anno se c’è l’accordo tra le famiglie degli alunni disabili e il dirigente. Ma tutto questo è assurdo: viola la libertà d’insegnamento e l’autonomia professionale. Non possiamo sottostare ad un metodo di valutazione del tutto arbitrario".

La stessa protesta, sostenuta dalla Cgil, ha attraversato tutti gli Atenei italiani, perchè "il problema della mancanza di docenti di sostegno riguarda tutto il Paese". "C’è un reale bisogno di docenti come noi - afferma Egle Radogna, 38 anni -. È una vergogna che non ci venga garantita una via di accesso legittima. Anzi, veniamo puntualmente ostacolati. Chiediamo l’assunzione, ma non in base a delle discrezionalità. Non possono essere le famiglie a decidere del nostro futuro. Noi lavoriamo per lo Stato".

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