In attesa anche una suora: "Abbiamo rinunciato"

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Caldo, coda, cartelline in mano piene di documenti, fotografie, bollettini postali. In attesa davanti agli uffici di via della Fortezza ci sono le storie di tante persone, vite, famiglie. Gabriele è arrivato qui con la moglie, cittadina cinese, da Palazzuolo sul Senio. Che è provincia di Firenze, ma a un soffio dalla Romagna. Un bel viaggio insomma, dal pieno Appennino, fino alla piana Fiorentina. "Mia moglie è cittadina cinese – ha detto – abbiamo fatto domanda per il permesso di soggiorno a dicembre 2021. Sette mesi dopo ci è arrivata la comunicazione che era pronto. Ma non avevamo capito quali fossero gli orari". E’ tornato a casa Gabriele, e affronterà un nuovo viaggio venerdì prossimo, stavolta con l’obiettivo di prendere quel numerino e poi il documento".

In coda c’è anche Abdul, cuoco di professione, originario del Pakistan. Voleva tornare a casa, aveva anche prenotato il viaggio. Ieri non è riuscito a ritirare il permesso. E’ stato in coda fin quando non è stato chiaro che non c’era alcuna possibilità di entrare in ufficio. Fuori dalla fila c’è una suora, che ha accompagnato un’amica peruviana per aiutarla con l’italiano. "Abbiamo rinunciato – ci racconta – abbiamo capito che oggi non potevamo ritirare il documento. Torneremo". Fuori dalla coda c’è anche una anziana signora statunitense, che è venuta fin qui con l’avvocato. Il permesso di soggiorno le permette di vivere qui ma non è per motivi di lavoro. Anche per lei niente permesso. E’ quasi mezzogiorno e mezzo, si avvicinano due cittadini stranieri accompagnati anche loro da un altro legale che li istruisce: "Dovete dire che non sapevate ci fossero questi orari". Il sapere di non sapere non permette neanche a loro di raggiungere lo scopo.

morv

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