
Fabio Gasparrini, artigiano
Il "paese dei coltelli", Scarperia. Nota in tutto il mondo per il suo antico artigianato dei ferri taglienti. In passato erano decine i coltellinai, con le loro botteghe, le loro piccole fabbriche. Oggi ne sono rimasti pochi, quattro o cinque, che mantengono viva, con orgoglio, e anche con successo, la tradizione artigianale scarperiese. Se il presente è di segno positivo, con commesse di rango e clienti di prestigio, e con una produzione che non conosce crisi, il futuro è incerto e gli imprenditori scarperiesi guardano l’orizzonte con una certa preoccupazione.
Il tema è ricorrente nell’artigianato tipico: quello della mancanza di sufficiente ricambio, la scarsità di forze giovani. Fabio Gasparrini ha 50 anni ed è il titolare della ditta ’I coltelli dell’artigiano’: "Da 36 anni sono in bottega, perché iniziai a 14 anni", dice. E pone il problema: "Siamo davanti a un momento storico e molto delicato. Qui rischiamo di essere l’ultima generazione di artigiani. La dico grossa, ma ne sono convinto: chi fa mestieri come i nostri è da considerarsi patrimonio dell’umanità. E se non si trova il modo di favorire una formazione delle nuove generazioni chiuderanno le botteghe artigiane e i laboratori e chiuderanno quei negozi che vendono oggetti artigianali toscani, e che qualificano i centri storici dei borghi della nostra regione più belli e più frequentati dai turisti. Al loro posto andranno nuove gelaterie e kebab. E’ questo che vogliamo?". Gasparrini lo dice chiaramente: "Il nostro non è un settore in crisi. Noi non si sopravvive, si vive: abbiamo saputo adattare il nostro prodotto alle nuove esigenze, adesso è nei ristoranti di lusso".
Non a caso di recente la Regione Toscana ha inserito la lavorazione dei coltelli di Scarperia tra gli Igp artigianali. Ma il problema di fondo rimane: "Occorre – dice l’artigiano scarperiese – riattivare subito efficaci percorsi di formazione. Oggi si è perso interesse per la manualità e la creatività. Serve uno strumento di ingresso al laboratorio che non sia una ghigliottina fiscale. Purtroppo i contratti di apprendistato non sono fruibili per tanti motivi. Occorrono forme nuove, riattivare i laboratori artigianali. E serve che anche le scuole creino percorsi verso i contesti artigiani e tradizionali. Perché i nostri istituti scolastici non visitano più i nostri laboratori? Ormai sono anni che non vedo e sento nessuno".
E poi: "E’ importante – conclude Fabio Gasparrini - che la Regione si mobiliti per creare degli stage o tirocini come primo approccio al laboratorio artigianale. Ho letto recentemente di una mozione presentata in Consiglio regionale dalla consigliera Capirossi, nostra concittadina, che chiede di promuovere percorsi formativi specifici per i giovani, sviluppati in collaborazione con le imprese, le associazioni di categoria e integrati con il sistema scolastico. Spero si concretizzi. E senza perdere altro tempo".
Paolo Guidotti