
di Giulio Aronica
Costruire ponti per favorire il dialogo tra arti, istituzioni e pubblico è l’impegno comune del Dipartimento Sagas dell’Università e del Museo Ginori, uniti per inaugurare la mostra "Arti in dialogo. Echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori". L’esposizione, a cura del direttore del museo Andrea Di Lorenzo, della conservatrice Rita Balleri e del docente Cristiano Giometti, è in collaborazione con la Direzione regionale dei musei della Toscana e l’Opificio delle Pietre Dure, e si svolge fino al 17 febbraio a Palazzo Marucelli-Fenzi, che per l’occasione apre eccezionalmente le porte delle sale d’Ercole, dell’Età dell’oro e della Giovinezza al Bivio, dove i dipinti teatrali di Sebastiano Ricci e gli stucchi di Giovanni Baratta, affrescati tra 1705 e 1706, incontrano le sculture modellate o acquisite dal fondatore della Manifattura Carlo Ginori, desideroso di rendere omaggio alla grande tradizione del tardo barocco fiorentino traducendo in porcellana le composizioni di Giovan Battista Foggini, Massimiliano Soldani Benzi, Giuseppe Piamontini, Antonio Montauti e Agostino Cornacchini.
Di particolare rilievo è l’accostamento tra le decorazioni del Baratta e tre calchi in cera che riproducono le opere dello stesso scultore, appartenenti al Museo Ginori (Euridice e Allegoria della Prudenza) e al Museo Nazionale del Bargello (Allegoria della Ricchezza). Ospite d’eccezione dell’inaugurazione il critico d’arte Tomaso Montanari, rettore dell’Università per gli stranieri di Siena e presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia: "Accesso alla conoscenza e godimento collettivo della bellezza sono il cuore dell’attività dell’Università e del Museo - sottolinea - La loro collaborazione è un segno di vitalità e una promessa per il futuro, e consente oggi di aprire le porte di due luoghi solitamente inaccessibili". L’accesso alla mostra è disponibile solo su prenotazione martedì, giovedì e venerdì, con visite gratuite.