Il grande cuore dei circoli non batte più

Fra Acli e Arci rischiano di non riaprire in 750. L’allarme dei presidenti Martelli e Mengozzi: "La nostra situazione è gravissima"

di Rossella Conte

Settecentocinquanta circoli a rischio chiusura definitiva. Se il primo lockdown li aveva messi in ginocchio, il secondo potrebbe dargli il colpo di grazia. A riportare i dati sono Acli e Arci da cui si capisce come circa metà dei 1500 circoli, tra cui molti in piccole realtà della Toscana, potrebbero non riaprire mai più. I presidenti regionali di Acli Giacomo Martelli e Arci Gianluca Mengozzi hanno lanciato quindi un appello.

"La situazione è gravissima, ora basta – le loro parole –. Il governo ci consenta di aprire ed elimini le discriminazioni permettendoci di poter svolgere l’attività sociale di somministrazione riservata ai soci almeno in zona gialla, con gli stessi limiti e modalità consentite agli esercizi commerciali".

Tutte le attività sono chiuse da marzo, con l’eccezione di un paio di mesi in estate. A pagare il prezzo più alto sono i circoli dei lavoratori e le case del popolo, quelle che spesso rappresentato l’unico luogo di aggregazione oltre che presidio sociale. Infatti, tutte le attività che i circoli offrono alle comunità locali, come corsi di pianoforte e italiano, concerti, serate di ballo, cene per giovani e meno giovani sono state cancellate. E cancellare queste attività significa: "Smettere di offrire servizi fondamentali per le comunità locali, soprattutto per i più anziani, e correre il rischio di non riuscire a pagare l’affitto o le bollette". Con le entrate azzerate, la sostenibilità economica di queste realtà, che vivono di autofinanziamento, è venuta a mancare con un rischio che sta diventando sempre più reale: perdere veri e propri patrimoni umani e storici della città.

A dimostrazione di tutto ciò arriva anche la ricerca ’Opinione pubblica e volontariato in Toscana’ realizzata da Cesvot che ha coinvolto centinaia di residenti della regione. Per il 57% degli intervistati, rileva lo studio, i circoli possiedono un "ruolo importante" e per il 22% persino un "ruolo fondamentale, insostituibile"; appena il 3,2% dà un parere negativo. E sempre secondo la ricerca pubblicata da Cesvot, oltre il 68% delle persone over 64 sta infatti accusando una crescita del senso di solitudine.

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