Il dolore scolpito nel bronzo, segnali d’eternità "La mia vita complicata accanto a un padre artista"

Il figlio rievoca i momenti più belli e quelli di difficoltà "Quel giorno che mi disse ‘Io ti ammiro’" .

Il dolore scolpito nel bronzo, segnali d’eternità  "La mia vita complicata accanto a un padre artista"

Il dolore scolpito nel bronzo, segnali d’eternità "La mia vita complicata accanto a un padre artista"

Le prime opere avevano lo scopo di superare il dolore o erano una testimonianza?

"Mio padre – risponde Teo Cavallini – aveva difficoltà ad esprimersi e doveva trovare un modo per parlare di sé e del proprio dolore. Così nascono le sculture raffiguranti persone vinte".

Perché sceglie il bronzo?

"Il bronzo riflette la luce che esalta le sculture; le patine sono quasi tutte scure e lisce e, quando batte il sole, il movimento dell’opera viene esaltato. Poi il bronzo è pressoché eterno: quando noi spariremo, le sculture rimarranno. Affinché non sia dimenticato Cavallini incideva la sua firma rendendola indelebile".

Com’è stato essere figlio di uno scultore?

"Da ragazzo divertente, crescendo le cose si sono complicate. Le esigenze di una persona normale sono diverse da quelle di un artista: lui dormiva di giorno e lavorava la notte. Ho bei ricordi degli sport che praticavamo insieme, però non andavamo tanto d’accordo. Quando lui si è ammalato, però, io sono tornato da Hong Kong e un giorno, mentre lo stavo lavando, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi disse “Io ti ammiro”".

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