Il businessman del lusso arrestato per truffa

Roberto Meocci, con la compagna, prometteva affari e investimenti spacciandosi come esponente di una nota famiglia di imprenditori

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Elegantissimo – perché negli affari e in certi ambienti l’abito fa il monaco – parlantina vivace, ma composta come si addice a un ’perfetto’ uomo d’affari e (sedicente) operatore finanziario con vettura di lusso e autista, più compagna consulente finanziaria al seguito, Roberto Meocci, 54 anni, da Sinalunga, residente ad Arezzo, si presentava in modo impeccabile. Molto scenografico. Intanto con un nome che fa nome: "Sono Riccardo Menarini, della famiglia della Casa farmaceutica..." facendo passare il ’messaggio’ che era proprio il "proprietario di Menarini Group...". (la famiglia ha fatto denuncia per sostituzione di persona). Millantava amicizie, entrature perfino nella Casa Reale britannica. Cominciava così a tessere la tela della truffa – apertura di startup, investimenti con rendite cospicue – in cui rimaneva impigliata la vittima. Straordinaria la serie di colpi messi a segno a Firenze, Milano, Pisa, Massa, Livorno e Arezzo con irrisoria facilità ai danni di imprenditoriinvestitori. Soprattutto grazie alla teatralità convincente di gesti e messinscena, l’esclusività dei luoghi scelti per gli appuntamenti ’di lavoro’, come il fascinoso "Hotel Gallia" e il "Bulgari Hotel" di Milano. Tutto per fare effetto. Tutto per fare...colpo.

Meocci è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Firenze, sezione polizia giudiziaria al comando del tenente colonnello Edwig Trapanese, che ha lavorato sul tre denunce. Meocci peraltro avrebbe continuato a colpire nonostante i domiciliari, sfruttando i permessi per uscire per motivi di salute. E’ in carcere quale "organizzatore e capo" di una associazione a delinquere; ne farebbero parte la compagna Manuela Malavolta, 45 anni, residente con lui a Arezzo, Massimo Buoncompagni, 61 anni, di Sinalunga, ma vive a Montepulciano e Vincenzo Croma (l’autista), sta a Prato. Per loro come misura cautelare solo l’obbligo di dimora. Pure la Malavolta però è accusata di un ruolo nevralgico: ’collettore’ dei soldi sottratti con le presunte truffe. La donna si faceva accreditare le somme su un conto corrente aperto presso uno sportello bancario di Sesto Fiorentino. Somme reimpiegate per vivere alla grande e "ai fini della realizzazione delle truffe": vestiti, orologi di grido, berline prese a noleggio. Di tutto, di più. Il sostituto procuratore Marco Mescolini e la Finanza gli contestano truffe per 200mila euro. Ma i colpi sono tanti di più. E le indagini pure.

Ad Arezzo forse il colpo più rilevante. Un imprenditore di Milano, settore termoidraulica, ha versato in più modi e più tranche (contanti, assegni, bonifici) un milione e 400mila euro. Gli avevano garantito che l’"investimento" avrebbe fruttato tantissimo. Per questa vicenda, seguita dalle fiamme gialle del tenente colonnello Salvatore Miracchi, la procura ha inviato a Meocci, Malavolta e Croma (ma non Buoncompagni) un avviso di fine indagini. Al "Bulgari" truffata una imprenditrice settore cosmesi. L’hanno convinta a versare 77mila euro. Un imprenditore e innovation manager di Isires, organismo privato di ricerca, ne ha versati 69mila; a un imprenditore di Castelfranco di Sotto (Pisa) ne sono stati spillati 37mila per l’acquisto del 50% di una partita di orologi di lusso.

giovanni spano

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