OLGA MUGNAINI
Cronaca

Firenze: Publiacqua restituisce i cento zampilli alla 'Grotta degli animali' / VIDEO

Finanziato con l'Art Bonus il progetto da 300mila euro per il Giardino della Villa Medicea di Castello, patrimonio Unesco. Il restauro ripristinerà gli effetti speciali previsti all'epoca di Cosimo I

Firenze: Publiacqua restituisce i cento zampilli alla 'Grotta degli animali' / VIDEO

Firenze, 28 marzo 2022 - “Il più ricco, il più magnifico et il più onorato giardino d’Europa”. Giorgio Vasari descrive così quel capolavoro di fiori, piante, fontane e giochi d’acqua, sculture e piccole architetture che circonda la Villa medicea di Castello. Un luogo di meraviglia, riconosciuto come prototipo del giardino cinquecentesco all’italiana, che non a caso fa parte del sito Unesco con tutte le ville e i giardini medicei della Toscana.

Particolarità di questo ambiente, è la Grotta degli animali, dove fra getti e zampilli “abita“ ogni sorta di bestiola del cielo, del mare e della terra. Da tempo però il giardino ha bisogno di restauri. Specialmente la grotta, che di fatto prende vita solo se alimentata dall’acqua.Ed è anche in virtù di questa affinità di settore, che arriva Publiacqua Spa, a finanziare con 300mila euro il progetto Art bonus della Direzione regionale musei della Toscana, con la consulenza scientifica del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.

La Grotta è da tempo interessata da ingenti restauri, al termine dei quali, dopo oltre due secoli, l’acqua tornerà a zampillare da oltre cento punti di caduta posti nella volta al di sopra delle vasche, azionando il complesso sistema di giochi d’acqua e sonorità, che ha incantato i visitatori fin dal XVI secolo, immortalato già da Michel de Montaignenel suo Viaggio in Italia: “In questo luogo, esiste una bella grotta dove, raffigurati al naturale, si vedono animali d’ogni specie che spruzzano l’acqua di dette fontane chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso”.  

La Grotta degli animali o del Diluvio, che si trova al termine del viale principale,  fu progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540. Ha un ruolo simbolico e centrale nella complessa e straordinaria iconografia del Giardino, realizzata per esaltare il ruolo pacificatore e il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici. Si ipotizza che il Giardino sia stato realizzato anche come omaggio di Cosimo I alla sua consorte, moglie fedele e saggia consigliera, Eleonora da Toledo, che assume nel contesto di Castello un ruolo inedito, quasi di musa ispiratrice. Il progetto originale si trasformò nel corso del Cinquecento, con l’apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna, e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento.

La Grotta è un vero e proprio teatro delle acque, allegoria del potere in forma di meraviglia, dove la variopinta fauna allestisce uno spettacolo unico al mondo in una commistione perfetta tra artificio e natura, amplificata dall’impiego di elementi naturali reali, come i palchi di vere corna. Un carosello di specie abbraccia l’unicorno, unica creatura fantastica, simbolo di purezza, che campeggia al centro della vasca frontale e risana con il suo corno le acque per tutti gli altri animali. Il richiamo alla leggenda, nota fin dal mondo greco, sottolinea il ritorno dell'Età dell'oro della Toscana sotto il governo del Duca riflesso nelle acque che, provenienti dal vivaio dell'Appennino, attraversano il luogo segreto della Grotta e quindi tutto il Giardino, distribuite tramite numerose fontane, alcune non più esistenti, sino a quelle di Venere Fiorenza, del Giambologna, e di Ercole (eroe mediceo) che scoppia Anteo, opera di Bartolomeo Ammannati. Anteo è un gigante feroce dalla cui bocca esce un getto alto 5 metri, esaltazione della forza e della potenza del nuovo Duca.

All’interno della Grotta, oltre alla fontana con l’unicorno, spiccano altre specie esotiche e animali all’epoca ritenuti rari come la giraffa, simbolo di trionfo di tradizione classica, chiamata in origine “cameleopardo” perché riuniva caratteristiche del cammello e del leopardo. Giulio Cesare ne portò una a Roma per celebrare i suoi trionfi in Egitto e solo molti secoli dopo si poté ammirare a Firenze il primo esemplare vivente donato a Lorenzo il Magnifico dal sultano d’Egitto. È presente anche un rinoceronte grigio dal doppio corno che non ha nulla delle fattezze naturali e il cui modello di riferimento potrebbe essere una celebre stampa di Dürer, mentre è possibile riconoscere la copia del modello romano di epoca ellenistica raffigurante un cinghiale ferito che papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1560 riprodotto da Pietro Tacca per la Fontana del Porcellino. Anche un leopardo stilizzato e una scimmia, un dromedario e un elefante creano insieme agli altri una straordinaria composizione dai molteplici valori simbolici.

Grazie al finanziamento di Publiacquaspa tornerà nella Grotta “il mondo dell’aria” con l’allestimento delle copie in bronzo di quattro tra i nove esemplari di volatili attribuiti al Giambologna: il Gufo, il Gallo, il Gheppio e la Colomba che erano appollaiati sulle volte, fissati su speciali supporti, in mezzo a una rigogliosa vegetazione, stupefacenti per il dettaglio dei piumaggi che risplendevano sotto lo sgocciolio delle acque. La riproduzione dagli originali, esposti oggi al Museo nazionale del Bargello, sarà possibile grazie alla collaborazione istituzionale col Museo proprietario, e alla tecnologia della scansione laser. 

Infine, è prevista la ricollocazione, nelle nicchie esterne, delle statue originali in marmo raffiguranti due Gladiatori di Domenico Pieratti (Firenze, 1600-Roma, 1656), attualmente esposte presso la Villa medicea della Petraia. Una di queste statue è un rifacimento di quella originale romana a sua volta copia di un originale greco attribuito a Lisippo.

Al termine dei lavori sarà interamente recuperato l’effetto sorprendente, da tableau vivant, di un serraglio che sembra animarsi nel momento in cui le pietre di colori differenti, che imitano ciascuna la pelle originale dell’animale, si bagnano per effetto degli zampilli che fuoriescono dal pavimento e dalle volte, azionati dal complesso meccanismo idraulico. 

Sabato 2 e 9 aprile, dalle 10 alle 13, si terranno le visite guidate straordinarie a cura di Marco Mozzo e Giulia Coco, direttore e curatrice del Giardino di Castello, che offriranno al pubblico l’occasione di riscoprire questo straordinario spazio verde e la sua affascinante storia, ammirando anche la magnifica fioritura spontanea primaverile dei prati. Per partecipare alle visite è necessaria la prenotazione scrivendo al seguente indirizzo email: [email protected] È prevista, inoltre, l’apertura straordinaria gratuita del Giardino il 18 aprile, lunedì di Pasquetta, e il 25 aprile, Festa della Liberazione. 

Dal mese di maggio le aperture al pubblico riprenderanno con un calendario mensile che sarà definito e reso disponibile nel corso delle prossime settimane.  «Prosegue il nostro impegno attraverso l’Art Bonus - ha detto Lorenzo Perra, presidente di Publiacqua –. Nel 2021 abbiamo erogato 1 milione, di cui 800 per il progetto ‘la città nascosta’ in cui rientra anche la donazione per il restauro della Grotta degli animali».