Firenze, 7 agosto 2019 - E' un problema con cui da tempo la città deve convivere: quello dei graffiti, delle scritte sui muri che imbrattano palazzi, cartelli stradali, cassonetti. I writer entrano in gioco soprattutto di notte: i loro "tag", le loro firme che scrivono in tutti i quartieri sono quasi un marcare il territorio. Un movimento urbano che, se i più giovani possono trovare affascinante, in realtà crea grossi problemi di degrado e di illegalità.
Scrivere sul muro di un palazzo magari ristrutturato da poco fa infuriare i condomini. E i casi sono decine. Quello dei tag è un problema, che si distanzia notevolmente dalla street art: i disegni e le creazioni che gli artisti urbani concepiscono e che poi riversano sui muri cittadini sono disciplinati e in certi casi consentiti proprio dal Comune.
Il maxi murales su Mandela realizzato dall'artista Jorit in piazza Leopoldo è un esempio di come la street art possa essere un valore aggiunto per una città e riqualificare una zona. Rimuovere i tag è un'operazione spesso costosa, che richiede tempo e fatica. A Firenze sono attivi gli Angeli del Bello, che ripuliscono periodicamente le zone più attaccate dai graffiti. E' un'iniziativa particolarmente lodevole ma solo una goccia nel mare del degrado da graffiti.
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