Via Gioberti, caccia ai banditi: "Qui ogni giorno è un rischio"

Bencistà (Cento Botteghe): "Non possiamo fare le ronde"

L'intervento della polizia in via Gioberti (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

L'intervento della polizia in via Gioberti (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

Firenze, 19 aprile 2015 - Identificati e denunciati a piede libero i due presunti autori dell’aggressione di venerdì intorno alle 18 a un 92enne minacciato con un coltello alla gola e picchiato nella sua abitazione di viale Pieraccini, zona Careggi. Si tratta di due giovani slavi, denunciati a piede libero dagli uomini della sezione antirapina della Mobile, coordinati da Domenico Balsamo e impegnati tutta la notte, fino alle 2 di ieri. E’ stata una giornata molto difficile, iniziata alle 11,30 circa con l’inquietante colpo alla gioielleria "Grazzini" di via Gioberti, vicino a piazza Beccaria, nella tarda mattinata di venerdì. Due gli autori, probabilmente stranieri, dell’est europeo, che di fronte all’accenno di reazione del 42enne figlio del gioielliere, non hanno esitato a picchiarlo, legarlo, anche con manette, dopo averlo costretto ad aprire la cassaforte. La Mobile sentirà quanto prima Lorenzo Grazzini, non appena si sarà ripreso dallo choc (le sue condizioni per fortuna sono piuttosto buone) per avere informazioni il più possibile precise sui responsabili dell’aggressione, che hanno agito a volto scoperto: circostanza che se da una parte gli ha permesso di entrare nella gioielleria senza destare eccessivi sospetti, dall’altra potrebbe renderli più vulnerabili, in caso di identificazione e riconoscimento. Ma potrebbero essere già riparati fuori provincia, grazie all’aiuto di basisti e eventuali altri complici. Occorrerà tempo per una svolta. Dopo gli accertamenti della Scientifica su impronte lasciate dai criminali, una traccia importante potrebbe essere riscontrata grazie a eventuali telecamere di sicurezza disseminate lungo la via di fuga dei banditi.

"Non c'è comunicazione, questo è il vero problema. E noi non possiamo metterci a fare le ronde", dice Danilo Bencistà, titolare di ‘Photo fantasy’ e presidente del comitato Le Cento Botteghe, associazione che raccoglie gran parte dei commercianti di via Gioberti, punto nevralgico dello shopping più tipicamente fiorentino, che qui i turisti son pochi. Lo shopping di una volta nei negozi di vicinato, a conduzione familiare.

"Abbiamo scritto a tutti. Il sindaco è anche venuto qui. Abbiamo chiesto di poter installare a spese nostre le telecamere di sicurezza, magari i delinquenti, quelli grossi, se ne fregano, però sarebbero un buon deterrente, almeno crediamo, per quelli un po’ meno banditi, mettiamola così".

Mentre dice questo gli squilla il telefonino; all’altro capo dell’apparecchio il vicequestore Roberto Sbenaglia, dirigente dell’ufficio prevenzione generale, responsabile dei servizi già approntati per restituire maggiore vivibilità al ‘chilometro d’oro’ del commercio. Il questore Raffaele Micillo valuterà la possibilità di rafforzarli. Al momento gli agenti, di mattina oppure nel pomeriggio, controllano quella che è una delle vie più glamour, bei negozi, bar, centri commerciali. E che però, nonostante sia affollata a tutte le ore dai fiorentini – colazione, pausa pranzo, aperitivo – è infestata dai taccheggiatori; dai ladri per necessità; dai rapinatori: a luglio un altro assalto a mano armata in una bigiotteria, per fortuna dagli esiti meno drammatici. Si aggiunga la questua degli extracomunitari che a ritmo continuo entrano nei negozi a proporre acquisti a proprietari, dipendenti e clienti, chiedere qualche spicciolo e che per intascare qualcosa moltiplicano le visite, si fanno più insistenti specie con gli anziani: ecco un affresco più veritiero di via Gioberti, oggi. Più che a tinte forti – episodio di venerdì a parte – sfiancante. Non sarà una casbah, via Gioberti, ma dai oggi, dai domani, rischia di diventarlo. "Possibile che non si possa vivere in sicurezza – dice Lorenzo Marzocchini, di Flormar professional make up – che io debba avere paura per la dipendente che resta da sola nel negozio durante la pausa pranzo?".

I furti nei negozi sono all’ordine del giorno, assicurano anche Duccio Gionni di ‘Rosa blu’, Carla Medina di ‘Madamadorè’, Fabio Casorri di ‘Tognoni’. «Entrano mischiandosi ai clienti, si infilano anche nei retrobottega, rubano». Racconta una fioraia che a lei «hanno portato via il fondo cassa». Si descrive un’altra abitudine che ha attecchito in via Gioberti: disturbare le donne. Cura nella scelta delle parole per dire e non dire chi sono i protagonisti delle battutacce inopportune, «altrimenti certi sono pronti a dire che siamo razzista», si lamentano quelli del comitato. Diciamo che non sono i vitelloni i play boy di professione e similia di una volta. "No no, questi fanno apprezzamenti pesanti. Uno un giorno ha dato noia a mia moglie in negozio – spiega un commerciante – l’ho afferrato per il bavero e l’ho buttato fuori. Il giorno dopo me lo sono ritrovato davanti, sorrideva come se niente fosse, a presa di giro. Tanto sono sicuri di rimanere tutti impuniti...".

giovanni spano

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