Giallo delle valigie "Glucosio ai due Pasho"

I coniugi si sentirono male dopo l’assunzione. Ora emerge che non dovevano. fare nessun esame per il diabete

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Il 13 ottobre del 2015, due settimane prima del loro omicidio, Teuta e Shpetim Pasho, diabetici, assunsero il contenuto di due flaconi di glucosio, in vista di una curva glicemica. Ma quell’esame non era in programma e l’iniziativa della somministrazione sarebbe stata presa da Elona Kalesha, imputata di aver ammazzato i due coniugi albanesi, residenti a Castelfiorentino e genitori dell’ex fidanzato Taulant. I resti delle due vittime, sono stati ritrovati dentro 4 valigie abbandonate in un campo che costeggia la Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano.

A causa del glucosio, Shpetim finì in ospedale perché improvvisamente confuso, rallentato, e ne uscì dopo sei giorni di ricovero. Per l’accusa, sostenuta dai pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, col glucosio Elona avrebbe provato ad ucciderli, come farà, sempre secondo l’accusa, il primo novembre, nell’appartamento in affitto di via Fontana. Alla 38enne, che ieri ha sostenuto la seconda giornata di interrogatorio, viene contestato anche un comportamento non lineare rispetto alla gestione dei suoceri, giunti dall’Albania appositamente per salutare il figlio che il 2 novembre 2015 (ovvero il giorno successivo alla loro scomparsa) sarebbe stato scarcerato. Arrivati in Italia in bus a inizio ottobre, per un mese non fecero mai visita al figlio. "Si sentivano con un cellulare illegale che Taulant aveva in carcere", si è giustificata lei. Ma il comportamento “anomalo“ proseguì: ad esempio al primo pranzo con Taulant “libero“, quando né lei, né il fidanzato, chiamarono i coniugi che erano attesi a tavola.

Ma Elona, ripresa spesso per il suo comportamento, risponde contrattaccando: per lei, anomalo, fu il comportamento di una delle figlie, che si recò a far denuncia di scomparsa solo dopo una settimana. Però, l’imputata s’innervosisce quando i pm introducono l’argomento delle gravidanze segrete a Empoli, del 2011 e del 2012. Dal diario clinico appena sequestrato emerge che il padre del bambino sapeva che aveva abortito.

stefano brogioni

(Hanno collaborato Mafalda Chiostri, Laura Nasali, Gabriele Manfrin)

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