Fra l'Italia e l'Oriente, una retrospettiva di Zonaro

A Palazzo Medici Riccardi fino al 30 aprile

"Il reggimento di Ertugul"

"Il reggimento di Ertugul"

Firenze, 30 marzo 2015 - Vita e luce tra fasti ottomani e la Belle Époque italiana'. Sarà Palazzo Medici Riccardi, dal primo al 30 aprile 2015, lo scenario della mostra retrospettiva di Fausto Zonaro (1854-1929), il pittore nativo di Masi che tra fine Ottocento e inizi Novecento con la sua arte, riuscì a stringere un patto d’amore con l’Italia e l’Oriente.

Attraverso le sue opere Istanbul ci ritorna prossima. "La cultura - scrive il sindaco metropolitano Dario Nardella nel catalogo - rinnova e consolida il ponte che gli artisti come Zonaro, ultimo pittore italiano alla corte imperiale di Abdülhamid II, hanno contribuito a edificare tra l'Italia e l'Oriente. Sono noti il legame e le strade che rendono Venezia vicina al Bosforo dove Zonaro andò a vivere nel 1891, nel distretto di Beşiktaş, oggi nel comune metropolitano di Istanbul. Ma a questi percorsi non è estraneo il giacimento di arte e di storia di Firenze, città sede di un Concilio (1439) che prefigurò l'unità tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente, e che portò in queste strade e nelle arti uno scambio di cui rimangono molte tracce. La cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli ritrae i volti di quella storia, quando Istanbul si chiamava ancora Costantinopoli. L'arte di Zonaro è di diversi secoli posteriore - in essa si respirano in modo originale anche i temi della Belle Époque - e fiorisce poco prima dei grandi cambiamenti che sconvolgeranno il mondo con la Prima guerra mondiale. Il dissesto violento dei confini e la rinascita dei Paesi comportò spesso la dimenticanza di un altro movimento di frontiere, avvenuto senza violenze pur nei cambiamenti non facili della storia. Si può ricordare per sommi capi ricordare la composizione del primo inno nazionale dell'impero ottomano da parte di Giuseppe Donizetti (1788-1856), fratello maggiore del più famoso Gaetano o, tornando indietro nel tempo, la vicenda del ritratto di Mehemet II (1432-1481) dipinto dal veneziano Gentile Bellini (1429-1507). La narrativa, attraverso le opere di Nedim Gursel ('Il romanzo del Conquistatore', 1996) e Mehmet Coral (I diari segreti di Costantinopoli, 2014) per non parlare di Orhan Pamuk, e l'arte nelle sue diverse forme ci aiutano a riappropriarci di queste strade e ad avere il respiro largo di un mondo che parla attraverso i legami delle città del mondo. E' uno strumento privilegiato per costruire la Storia.

La mostra è promossa dall'Istituto Italiano di Cultura Istanbul e Mirabili Arte d’Abitare insieme alla Città Metropolitana Firenze e la Municipalità di Besiktas. Mirabili ed Erol Makzume, in particolare, hanno coordinato tutte le fasi di preparazione e allestimento della mostra.Le opere esposte, in massima parte di collezioni private, consentono di ripercorrere il viaggio avventuroso di uno tra i grandi interpreti dell’arte del nostro secolo, dallo stile poliedrico, dai tratti chiari e puliti, espressivo con i colori e i giochi di luce che trasmettono visioni di paesaggi, scene di vita e ritratti. Un artista completo che da Venezia, Napoli e Parigi arrivò a vivere il suo momento di massima notorietà ad Istanbul come pittore di corte, per ben vent’anni, del sultano Abdülhamid II per poi rientrare nel periodo finale della sua vita in Italia, a Sanremo.

La mostra, forte di straordinarie tavole, tele, pastelli e disegni, rappresenta un tuffo piacevole nell’esuberanza di un pittore e di un’arte che merita di essere esaminata. I contenuti dell'esposizione e il catalogo saranno illustrati il I aprile 2015, alle ore 17, durante una presentazione con il Sindaco metropolitano Dario Nardella e il Sindaco di Besiktas che taglieranno il nastro d'inaugurazione della mostra. Alle 17.30 il concerto 'European music at the Ottoman Court, condotto da Emre Araci e alle 18.30 visita e cocktail offerto da Sotheby's.

Michele Brancale

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