REDAZIONE FIRENZE

Fgc, la Digos indaga sulla scritta "Non significa siano tornati i Fasci"

Il dirigente dell’ex ufficio politico cauto: "Mai comparsa, è presto per parlare di un movimento". La polizia a caccia di immagini nelle telecamere di sicurezza della zona tra via Bovio e via Scialoja

FGC,come Fasci Giovanili Combattenti, secondo la Digos che sta indagando sul turpe episodio della sigla tracciata con lo spray nero sulle tre pietre d’inciampo di via Bovio, in memoria di Giorgio Levi delle Trezze, Xenia Haya Poliakov e Lucia Levi. Tre ebrei. E davanti ad un portone di via Scialoja è stato disegnato il lugubre simbolo SS.

La sigla sembra rifarsi in modo diretto ai Fasci italiani di combattimento, movimento politico fondato a Milano da Mussolini il 23 marzo 1919 quale erede diretto del Fascio d’azione rivoluzionaria del 1915. Fascio che si trasformò nel ’21 in Partito Nazionale Fascista.

"Una sigla molto vecchia, che si richiama agli albori del Ventennio, che rimanda inevitabilmente all’estremismo di destra – commenta il dirigente Digos Domenico Messina – ma non risulta che FGC sia già apparsa da qualche altra parte, dunque bisogna state attenti non solo a chi traccia scritte del genere, ma anche a parlare di ’formazioni’".

Via Bovio, via Scialoia: due strade nel mirino. Perché già nel 2019, o 2020 si era verificato un episodio del tutto analogo in zona Campo di Marte. Come se qualcuno avesse colpito in modo mirato perché conosce l’ubicazione di famiglie ebree in zona. Una circostanza che rabbrividisce. E che la Questura saggia con estrema attenzione da una parte per non correre il rischio che qualcuno ’emuli’ questi sconosciuti, dall’altra per saperein via riservata dai residenti se ci sono state altre avvisaglie che meritano approfondimenti e attenzione. Sospetti compresi.

Gli investigatori al proposito cercano di ricostruire l’episodio anche attraverso le telecamere della zona. Ma non è facile. Anche perché una telecamera ’utile’, con qualche immagine ’interessante, potrebbe non bastare. Ci correbbe una ’filiera’ di immagini tali da poter osservare l’arrivo di sospetti sui due posti, in modo da collocarli invevitabilmente lì, per intanto. E altre immagini che indichino il percorso di allontanamento fatto dagli imbrattatori impastati di ideologia aberrante e razzismo.

"Non sarà facile, ma ci proveremo" si limita ad aggiungere il responsabile Digos nella speranza di trovare e di non disperdere il più piccolo indizio con anticipazioni fuori luogo.

Piuttosto le indagini potrebbero registrare una virata significativa, forse importante, in presenza di una ’rete’ di segnalazioni, qualche esposto, denunce addirittura. Per ora, però, niente. Si sono espressi diversi politici, anche con toni determinati ("Confido nelle telecamere ma soprattutto nella giustizia divina" ha detto Michele Pierguidi, presidente del Quartiere 2).

La lotta contro l’antisemitismo, all’avversione nei confronti dell’ebraismo, non si è certo conclusa.

giovanni spano