Gli amari marron glacé di Marradi. "Questa fabbrica non deve morire"

Cresce la solidarietà intorno alle 80 lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello a rischio delocalizzazione

L’appello delle lavoratrici di Marradi *foto Germogli

L’appello delle lavoratrici di Marradi *foto Germogli

Marradi (Firenze), 9 gennaio 2022 - Quassù a Marradi dopo che il monolite d’alberi e roccia che è il passo della Colla sbuccia e sventra la ’c’ aspirata e la plasma a scendere nella ’s’ rotonda del primo nord, Toscana e Romagna s’avvinghiano dolci nell’aria che frizza di neve polverosa e se non fosse per lo psicodramma collettivo innescato da una telefonata dei sindacati nei giorni di Natale – l’Italcanditi, controllata da un fondo d’investimento e proprietaria dell’Ortofrutticola Mugello il 30 gennaio sposta la produzione dei marron glacé in Lombardia dopo 38 anni – a molti parrebbe di essere arrivati in paradiso (al netto dei tormenti antichi del cittadino più illustre di qui, Dino Campana). Ma tant’è.

La ’fabbrica dei marroni’ – ottanta lavoratori, quasi tutte donne, più altrettanti castanicoltori d’indotto – qua il fondo non ce la vuol più tenere e da giorni i dipendenti presidiano l’azienda nel piccolo distretto industriale di Sant’Adriano.

Dopo giorni di visite istituzionali e di (virtuali) abbracci di solidarietà (il sindaco della Città metropolitana di Firenze Dario Nardella tra i primi a arrampicarsi quassù promettendo battaglia, "è inaccettabile che la fabbrica possa essere delocalizzata senza una motivazione, è un’ azienda che va molto bene" le sue parole), dopo gli arrivi di rappresentati sindacali e associazioni di categoria, con Confcommercio e Confesercenti in testa, ieri è stata la volta della viceministro alle infrastrutture Teresa Bellanova che ha incontrato i lavoratori insieme a una delegazione di Italia Viva con l’europarlamentare Nicola Danti e il deputato Gabriele Toccafondi. "Questo è il momento per il dottor Andrea Bonomi, con il suo fondo d’investimento e con l’azienda Italcanditi, di venire qui a Marradi a conoscere queste persone, a conoscere il valore di questo insediamento produttivo" ha detto la Bellanova dicendosi poi ottimista "nella misura in cui la proprietà si dimostrerà disponibile al confronto".

"Perché questa – ha aggiunto – è una vertenza simbolo: un Paese che ha la necessità di recuperare un ritardo forte nella presenza delle donne nel mondo del lavoro non può permettersi di chiudere un’azienda che occupa in stragrande maggioranza donne". La politica tutta è mobilitata. Oggi salirà a Marradi il governatore Eugenio Giani mentre il senatore mugellano Riccardo Nencini sta predisponendo un’interrogazione per portare il caso in Parlamento.  

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro