Discoteche, "chiuderle prima non risolve il problema"

Riccardo Tarantoli, presidente Silb Confcommercio Firenze, commenta la proposta di legge per la "safe dance"

Riccardo Tarantoli (foto Giuseppe Cabrasi/New Press Photo)

Riccardo Tarantoli (foto Giuseppe Cabrasi/New Press Photo)

Firenze, 4 novembre 2019 - "E’ una proposta imbarazzante, trovo assurdo che ogni volta che non si riesce a risolvere un problema si tenda a scaricare la colpa sempre sui locali". Così Riccardo Tarantoli, presidente Silb Confcommercio Firenze, commenta la proposta di legge per la "safe dance", pensata per incoraggiare il divertimento sicuro e combattere lo sballo. Ad annunciarla, dopo le recenti tragedie in discoteca è stato, su La Nazione, il presidente della terza commissione del Consiglio regionale della Toscana, Stefano Scaramelli (Pd), che intende presentare l’atto entro fine anno per il voto in aula.

Lei ha sulle spalle 30 anni di esperienza nel settore, cosa pensa?

"Basta alla DD, ovvero discoteca uguale droga. E’ inutile continuare ad essere ipocriti perché la droga gira nelle scuole, nelle piazze, negli stadi. Il problema è molto più grande e non si può pensare di risolverlo anticipando la chiusura delle discoteche di mezz'ora. Perché i ragazzi si drogano dalle 4 alle 4.30? E’ questo quello che si pensa? In ogni caso apprezziamo che qualche politico inizi ad affrontare questi temi. Purtroppo, non tutti conoscono le nuove generazioni, ognuna utilizza sostanze stupefacenti diverse. E non si può parlare senza capire che lo spaccio e il consumo cominciano nelle scuole, dal lunedì al venerdì, e non avvengono solo il sabato notte. La droga è già nella società. Bisogna partire da questo".

Cosa si può fare per arginare il fenomeno?

"Dobbiamo metterci tutti a un tavolo, perché la situazione è seria. E bisogna fare presto prima che ci siano altri morti. Sediamoci a un tavolo, uniamo le nostre energie e mettiamo a disposizione ognuno, per quello che gli compete, la propria esperienza. Perché pensare di risolvere il problema anticipando la chiusura dei locali è assurdo. Tra l’altro in Italia noi gestori per aprire siamo soggetti a normative che sono le più restrittive di tutta Europa. Per esempio, il coefficiente di capienza è più basso che nel resto delle altre capitali. Inoltre, i nostri sono luoghi del divertimento sicuri. Tutti siamo dotati di steward e personale preparato. Ma il vero problema nasce quando i giovani escono dai nostri spazi e vanno nelle piazze. Lì sono alla portata di pusher e tanti altri. Usciamo dai luoghi comuni e assumiamoci ognuno le proprie responsabilità. E ripeto: facciamo presto, prima che sia tardi".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro